VOTO: 9,8/10
Roma, giorni nostri. Enzo Ceccotti è un ladruncolo da quattro soldi che vive di piccoli furti. Un giorno, mentre fugge dopo il furto di un orologio d’oro e si nasconde dai suoi inseguitori nel Tevere, entra in contatto con sostanze radioattive. Tornato a casa Enzo si trova in preda ad una febbre che lo fa stare male. La mattina dopo però si sveglia come se nulla fosse successo. Pensa che tutto sia come sempre, ma scoprirà, dopo un affare andato male, che quelle scorie lo hanno dotato di una forza e di una resistenza sovrumane. Dapprima userà questi poteri per i suoi affari criminali, come per esempio sradicare un bancomat, ma poi, dopo l’incontro con Alessia, una ragazza con problemi mentali, le sue scelte e la sua morale verranno messe in discussione.
Opera prima di Gabriele Mainetti, il film che ha spiazzato il Lucca Comics trionfa in maniera assoluta nel panorama del cinema italiano degli ultimi anni. Ottimi gli attori, ottima la regia, ottimo il sonoro, ottima la storia. Un nuovo modo di vedere i supereroi tutto all’italiana, senza mancare di sottolineare altri temi attuali e vicini.
Nei panni di Enzo Ceccotti abbiamo Claudio Santamaria, attore della scena italiana che non aveva mai avuto modo di far vedere chi era; questo fino ad ora. Infatti in Lo Chiamavano Jeeg Robot tira fuori tutta la sua potenza recitativa, creando così l’apatico Enzo, il ladruncolo di Tor Bella Monaca che non ha nessuno al mondo se non sé stesso.
Altro straordinario interprete di questo film è il “sempre impeccabile” Luca Marinelli, il grande attore di Tutti i Santi Giorni e Non Essere Cattivo. Qui lo vediamo nei panni de lo Zingaro, capo di una banda di criminali. Spietato e al contempo sbarazzino, questo psicopatico villain è la punta di diamante di questo film, poiché non solo recita in maniera impeccabile, ma grazie alla sua mimica e ai suoi atteggiamenti, riesce a creare un cattivo al pari del Joker di Batman, solo patito delle canzoni di Anna Oxa.
Ultima ma non per importanza la new entry nel panorama cinematografico italiano: Ilenia Pastorelli. Personalmente sapevo dell’uscita di questi film da parecchi mesi, e quando ho saputo che nel ruolo della bella del film ci sarebbe stata una ex concorrente del Grande Fratello, pensavo che il film ne avrebbe risentito. E invece no. Mi ero sbagliato. Il personaggio con problemi mentali è sempre una sfida ardua per tutti gli attori, e cimentarsi in un primo ruolo del genere avrebbe spiazzato comunque. Invece la Pastorelli incarna alla perfezione Alessia, donando anima al film, mostrando il lato tenero di una favola buia.
Il film di Mainetti è una vera perla italiana. Un tentativo con i supereroi era già stato provato nel 2014 con Il Ragazzo Invisibile di Salvatores, che però era indirizzato più ad un pubblico giovane e non riscosse un gran successo. Invece Lo Chiamavano Jeeg Robot tocca una realtà più vicina a noi e più tangibile: la realtà degli attentati e dei social network e del potere che hanno. Il panorama romano infatti è dominato dalla paura di costanti attentati per via di alcune esplosioni che avvengono durante il film. Quasi sullo stesso piano viene posto il fenomeno dei social network e dell’impatto che hanno sulle nostre vite. La fama di Enzo e dello Zingaro infatti va di pari passo con le visualizzazioni che hanno su Youtube le loro malefatte.
Innovativo anche il fatto di rendere poco attraente il personaggio di Enzo. Il ladruncolo di Tor Bella Monaca infatti vive una vita di furti, cibandosi unicamente di yogurt e film porno mentre fuma sigarette. Il suo costume è composto da uno scalda collo e da un cappuccio sulla testa. Le sue mosse sono goffe e i suoi atterraggi disastrosi. Neanche con i sentimenti sembra saperci fare, tanto è vero che si creerà una conflittualità emotiva tra Alessia e lui; la prima rimasta in uno stato bambinesco incantato dalla figura del protagonista dell’anime Jeeg Robot d’Acciaio, l’altro invece un animale rude che non ha mai saputo usare un sentimento se non quello della rabbia.
La musica che accompagna la vicenda è stata scritta direttamente da Mainetti. Inoltre dal film è stato tratto un fumetto con una storia autoconclusiva che riprende da dove il film finisce.
Un film impeccabile che crea così non un anti-eroe, bensì un anti-supereroe, allontanandoci dai ricchi e impomatati supereroi hollywoodiani.
Il film di cui l’Italia aveva bisogno
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