Loki: la Fase 4 del Multiverso Marvel inizia con una serie di gloriosi propositi. La recensione
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Loki: la Fase 4 del Multiverso Marvel inizia con una serie di gloriosi propositi. La recensione

La terza serie dell'MCU televisivo lancia ufficialmente il tema e il probabile villain della Fase 4

Loki: la Fase 4 del Multiverso Marvel inizia con una serie di gloriosi propositi. La recensione

La terza serie dell'MCU televisivo lancia ufficialmente il tema e il probabile villain della Fase 4

loki recensione
PANORAMICA
Regia (3)
Interpretazioni (3.5)
Sceneggiatura (3)
Direzione della fotografia (4)
Montaggio (3)
Colonna sonora (4)

Con la fine di Loki, si chiude quella che può essere definita la Fase 2 del Marvel Cinematic Universe applicato al piccolo schermo, ripartito dopo i fallimenti del gruppo guidato da Daredevil e Jessica Jones. A differenza di WandaVision e di The Falcon & The Winter Soldier, la serie sul redivivo Dio dell’Inganno impersonato da Tom Hiddleston è quella che avrà più impatto nel futuro del luna park Marvel.

ATTENZIONE: contiene spoiler sul finale di Loki

A modo loro, tutte e tre gli show usciti nel 2021 hanno rappresentato un unicum nel panorama di riferimento. WandaVision ha mostrato il “come”: la “mocku-sitcom” di Elizabeth Olsen e Paul Bettany è servita a dimostrare che la Marvel post Avengers: Endgame avrebbe battuto strade e generi nuovi, sperimentando di più ma mantenendo al contempo quella specifica linea comica e produttiva che ha portato ai trionfi dell’ultimo decennio.

Lo show sui due compagni di Captain America, invece, è stato giocato tutto sul “chi”: il passaggio di consegne, l’introduzione del nuovo eroe a stelle e strisce e la dimostrazione di poter affrontare temi politico-sociali in modo non superficiale. Infine Loki, decisamente una serie sul “cosa”.

Molti dei film già annunciati per la Fase 4 gireranno attorno ad una parola: Multiverso. Dopo lo stand-alone di commiato per Black Widow, il nuovo tema sarà centrale in Doctor Strange in the Multiverse of Madness e Spider-Man: No Way Home. Loki è servita proprio a questo: a preparare il terreno, a sdoganare concetti ed espressioni che sicuramente verranno riprese nel prossimo futuro.

Il ritorno del Dio dell’Inganno nell’MCU dopo la morte per mano di Thanos in Avengers: Infinity War, ha una struttura baconiana fatta di una pars destruens e una construens. La demolizione delle prime 3 Fasi Marvel è portata avanti da battute che han dato un taglio netto col passato: tabula rasa, le Gemme dell’Infinito ora sono inutili, bisogna dimenticarsi di Thanos e della sua conquista ad un misero singolo Universo.

Una volta fatto, si è passati all’introduzione della nuova sfida e del nuovo nemico: le ramificazioni della Sacra Linea Temporale, le varianti, i Multiversi, ciò che conta è il tempo e chi lo controlla e così si arriva a lui, Kang il Conquistatore.

La nuova Marvel, grazie a Colui che Rimane, potrà affrontare temi quali determinismo e libero arbitrio, giocando il tutto sull’incontro-scontro con un altro tiranno “benevolo”, che cercherà di imporre ordine soffocante su un caos catastrofico. Probabilmente Kang sarà il nuovo Thanos, ma quello che abbiamo visto nell’episodio finale di Loki non è ancora la sua versione definitiva, solo una di quelle possibili e neanche la più cattiva.

Da qui si spiega la sorprendente e anti-climatica versione sarcastica del villain che Jonathan Majors interpreterà anche in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Quello che si è visto nell’ultimo episodio non è ancora il vero Kang, quanto piuttosto la variante del ricercatore vissuto nel XXXI secolo appesantita dal millenario ruolo di Reggente degli Universi.

Loki è una serie diversa dalle sue cugine: non ha la follia destabilizzante di WandaVision, né la riflessione politica della origin story sul nuovo Captain America, ma si affida alla verbosità cucita su misura per il suo personaggio, ben messa in scena da una regia all’altezza. Riuscire a restituire dinamismo in episodi che prevedono spiegoni burocratici su come funzioni la TVA e persone sedute ad un tavolo a riversare fiumi di parole, non è impresa semplice; sicuramente è stata facilitata da due attori agli antipodi per espressione – il teatralissimo Tom Hiddleston e il rimesso Owen Wilson – e proprio per questo strana coppia vincente.

Paradossalmente, proprio questo aspetto di Loki, lodato dopo la visione dei primi episodi, visto nel complesso di tutta la serie è anche quello che solleva le criticità maggiori nei suoi confronti. Perché è tutto molto bello, tutto ben scritto, ma nell’economia generale si percepisce una dilatazione eccessiva del racconto che ha portato ad un finale dal fiato corto e sconfortantemente sospeso.

Avrà il tempo per recuperare: Loki è la prima delle nuove serie Marvel per la quale è stata annunciata una seconda stagione, alla quale ora si richiede ancora più sostanza e qualche procrastinazione in meno. Gloriosi propositi, ma un po’ più concreti

Foto: Marvel Studios

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