Looper - In fuga dal passato: la recensione di Mauro Lanari
telegram

Looper – In fuga dal passato: la recensione di Mauro Lanari

Looper – In fuga dal passato: la recensione di Mauro Lanari

FLOPPER
A tratti sembra che di linea temporale ce ne sia una sola e che tutto quello che accade nel passato si rifletta nel futuro, a tratti invece non è così e assistiamo a scene dove invece si lascia intendere che le linee temporali siano più di una (due o tre). È vero che in ogni film sui viaggi nel tempo qualche paradosso ci deve essere, nessun film appartenente al filone è perfetto, anzi, ma “Looper” è incoerente con se stesso, smentisce le sue stesse premesse; se il vecchio Joe torna indietro nel tempo per impedire che il bambino diventi lo Sciamano, è lo stesso Sciamano che “nasce” poiché il vecchio Joe tornando indietro nel tempo gli uccide la madre, quindi ci troviamo non in un paradosso ma in un’incoerenza di fondo del film: lo Sciamano esiste già quando Joe torna indietro nel tempo per ammazzare il bambino. L’unica spiegazione è che ci sono diverse linee temporali, mentre il realtà lo stesso film più e più volte ci indica che la linea temporale è la stessa. A tal proposito, spassosissima la scena in cui i due Joe parlano nel bar, con quello più giovane che cerca di capire (rappresentando un ipotetico spettatore dubbioso) e quello anziano che gli dice: “Non ha importanza” (impersonificando lo sceneggiatore).
Il budget di 20 milioni di dollari lo rende mancato sia come blockbuster d’azione che come film filosofico: il defunto Scott Jr., per affrontare questioni analoghe, almeno si faceva dare da Bruckheimer uno del calibro di Brian Greene in qualità di consulente scientifico.
Joseph Gordon-Levitt come novello giovane Bruce Willis è semplicemente improponibile. Per certe parti ci vuole l’adeguato physique du rôle e Bruce agl’esordi, per chi non lo ricordasse, era così: http://oi64.tinypic.com/2aj2fj9.jpg. Che J. G-L si metta l’animo in pace e continui a impersonare l’unica figura che gli s’addice, quella del dropout complessato. È che coi blockbuster, si guadagna uno sproposito di più. Il cachet preso da Joseph per “Inception” sarà stato superiore a tutti quelli da lui guadagnati assieme in precedenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA