Loro chi? Francesco Miccichè e Fabio Bonifaci firmano la loro prima commedia da registi, con un passato alle spalle fatto di serie tv e documentari da parte di Francesco e di tantissime sceneggiature realizzate, invece da Fabio. I due confezionano una commedia basata sugli inganni ed altrettante truffe, trascinando lo spettatore in una trappola ben congeniata e servita in un finale per nulla banale. Gli attori protagonisti, chiamati in causa per orchestrare il concerto di menzogne sono Edoardo Leo (Noi e la giulia) e Marco Giallini (Tutta colpa di Freud), il primo, David, è un ingenuo aziendalista, che lavora tutto il giorno, assecondando il suo capo, per cercare di ottenere un promozione, fino a quando non rimane invischiato in una truffa ben congeniata e prosciugato di tutti i suoi averi e non solo. Il secondo, Marcello, è un truffatore professionista che si definisce un artista, abile nei travestimenti e camaleontico approfittatore delle situazioni, coadiuvato da due ragazze, Ellen (Catrinel Menghia) e Mitra (Lisa Bor) che lo accompagnano nei suoi piani strategici. Il resto del cast è composto da Ivano Marescotti, il presidente dell’azienda, gelosissimo della formula del suo brevetto più della sua vita, il suo grande amico, il maresciallo Gallinari (Maurizio Casagrande) e Antonio Catania, nei panni di un redattore. Il film cavalca l’onda delle commedie truffaldine susseguitesi anni addietro al cinema, una su tutte l’indimenticabile “Toto truffa ’62” nella quale uno strepitoso Totò e un altrettanto deliziosa spalla come Nino Taranto, soggiogavano, fra mille travestimenti e colpi di scena, chiunque capitasse a tiro, dal padrone di casa, al turista ingenuo (“caro caciocavallo”) e così via. Come opera prima si può affermare che i due registi hanno incanalato il loro percorso cinematografico nel migliore dei modi, condensando all’interno del film “il vecchio e il nuovo”, tematiche già viste sul grande schermo riproposte in chiave moderna, riscrivendone il finale a sorpresa.
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