L'Uomo d'Acciaio: la recensione di Jacopo Landi
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L’Uomo d’Acciaio: la recensione di Jacopo Landi

L’Uomo d’Acciaio: la recensione di Jacopo Landi

Lo scellerato consumo delle risorse naturali ha condannato il pianeta Krypton e il suo popolo. Mentre il generale Zod tenta un colpo di Stato, sul pianeta nasce un bambino (la prima nascita ‘umana’ dopo secoli) destinato a far sopravvivere il popolo di Krypton su un altro pianeta. Il bambino si chiama Kal-El ed è figlio di Jor-El (scienziato e luminare di Krypton).
Atterrato in Kansas, Kal viene recuperato dai coniugi Kent, che lo crescono come loro figlio, con amore e senso morale. Molto presto però le doti aliene di Clark (il suo nome terrestre) prendono il sopravvento, emarginandolo dal mondo. Ultimo del suo popolo, Clark incarna la ‘speranza’ di un domani migliore per il pianeta che lo ha cresciuto e che adesso vuole servire e difendere.
Ma il passato tornerà a farsi sentire e Zod rispolvererà gli antichi piani di conquista.
Operazione mostruosa quella messa in atto per rilanciare il padre di tutti i super eroi. Chris ‘Cavaliere oscuro’ Nolan in veste di produttore, Zack Snyder (300, Watchmen) in cabina di regia e un cast di prim’ordine davanti alla macchina da presa. Eppure il risultato non convince. A parte la lunghezza del tutto esagerata in relazione ai fatti narrati, l’intelaiatura narrativa rallenta troppo (e troppo spesso) il ritmo della pellicola con continui flash back che ostacolano il dipanarsi della trama e annacquano l’azione. Gli effetti speciali e il senso di epicità e megalomania che il film trasmette per tutta la sua durata non riescono a coprire i buchi di una sceneggiatura troppo modesta e a tratti imbarazzante. Il cast funziona piuttosto bene anche se Laurence Fishburne nei panni del capo di Lois Lane è poco approfondito. Inoltre, anche la scelta di Amy Adams quale Lois Lane dovrebbe essere spiegata (ma stiamo scherzando ?). Henry Cavill ricopre ottimamente il ruolo di Superman, unendo una fisicità mostruosa a una voce ingentilita e un senso del movimento molto british.
Nelle due ore e mezza di proiezione si rischia di addormentarsi almeno un paio di volte e per un film d’azione questa non è una bella notizia.
In assoluto, il difetto maggiore del film è un continuo e stancante senso di già visto. La colonna sonora è notevole come sempre, come quasi tutte quelle firmate da Hans Zimmer ma il richiamo a quelle di ‘Batman’ e ‘Inception’ è palese.
Lo zampino di Nolan è vistoso e marcato ma ‘Batman’ e ‘Superman’ hanno origini e storie diverse e le operazioni di copia incolla difficilmente funzionano.
La regia è troppo fracassona, col risultato che Snyder più che a ‘300’ si avvicina alla biblica e noiosissima lunghezza di ‘Watchmen’.
Sicuramente da guardare e con più di uno spunto interessante ma per la mole di lavoro e marketing era lecito attendersi qualcosa di più. Molto di più.

Ps: per favore basta con i generali cattivi che conquistano il mondo e poi muoiono perché si ricordano che il film deve finire e in America il cattivo non vince mai.

Mi piace:
– il ruolo padre figlio mostrato sia tra Russel Crowe – Superman che da Kevin Costner – Superman
– Gli effetti speciali
– Henry Cavill

Non mi piace:
– lo scopiazzare la trilogia di Batman
– la sceneggiatura troppo modesta
– l’eccessiva lunghezza rispetto alla trama raccontata

Consigliato a chi: vuol vedere un uomo più grosso di un armadio dell’Ikea o a chi vuol vedere un uomo sfondare la barriera del suono

Voto: 6 –

Fine
JL

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