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Machete: la recensione di Nerofrank

Machete: la recensione di Nerofrank

Ottimo risultato. Questa pellicola non si può considerare di nicchia, come invece è accaduto alle precedenti (‘A Prova di Morte’ di Tarantino e ‘Planet of Terror’ dello stesso Rodriguez)e neanche si può annoverare frai i ‘Grindhouse’ come invece è stato per i primi due. Primo perchè la pellicola non ha l’effetto così ‘rovinato’ e, motico più importante, qui c’è un vero e proprio messaggio politico implicito, a differenza dello squilibrato che và in giro ad ammazzare ragazze inermi con la sua auto ‘modificata’ (in ‘A Prova di Morte’) e non c’è nemmeno da lottare con dei morti viventi (in ‘Planet of Terror’). Questa pellicola rappresenta la perfetta sintesi del pensiero americano per ciò che concerne l’immigrazione, perfettamente incarnato nel senatore Mc Laughlin (interpretato da un ottimo De Niro che regge benissimo la parte): ‘tornatevene tutti a casa vostra oppure vi facciamo saltare la testa se vi azzardate a superare il confine col Texas’. Messaggio quanto mai attuale anche, e soprattutto adesso, in un paese come il nostro. Gli immigrati messicani che tentano di varcare il confine per entrare nello stato della ‘stella solitaria’ vengono letteralmente inseguiti come bestie da macello e fatti fuori con altrettanta crudeltà dai vigilantes capeggiati da uno sceriffo (interpretato da Don Johnson non più tanto in forma ma neanche troppo imbolsito) e dallo stesso senatore che fa filmare l’esecuzione per i suoi fans più accaniti con tanto di frase commemorativa (“benvenuto in America”). Ma i personaggi non si fermano certo a questi due: il migliore è lui, Machete, un ex poliziotto messicano dal passato pieno di sangue (che non manca mai per tutto il film), da un boss dell’eroina senza alcuno scrupolo (uno Steven Seagal che forse avrebbe fatto meglio a perdere qualche chilo), ad un’agente dell’immigrazione interpretata dalla sensualissima Jessica Alba, da un’altra che con la scusa di vendere tacos da un furgone favorisce il passaggio degli immigrati messicani in U.S.A, a capo della ‘rete’ composta da tutti gli immigrati, capace di avere occhi e orecchie dappertutto (chiaro richiamo ad ‘al quaeda’)nonchè inventrice di un capo carismatico,lo ‘Shè’, dai richiami storici fin troppo evidenti. Il film è un insieme di colpi di scena, sangue in abbondanza e battute al vetriolo (nella classica tradizione delle sale ‘Grindhouse’ appunto), primi piani degni dei film di Leone e sensualissime ragazze (tutte, non solo quelle che ho appena citato)ma niente è scontato, oppure noioso. Il senatore Mc Laughlin, con la sua assurda politica non fa che richiamare alla mente quella dell’ex presidente degli Stati Uniti George Bush jr.Il Texas ha bisogno degli immigrati (non a caso i lavori più umili che si vedono nel film sono fatti da loro) e non solo, fa riflettere sul fatto che gli stessi U.S.A. sono stati fondati da immigrati da ogni parte del mondo, fuggiti oppure presi come schiavi. Gente in cerca di fortuna oppure solo rifarsi una nuova vita e questo rende il tutto ancora più assurdo e grottesco.Ma è solo apparenza, gli immigrati servono erp il traffico di stupefacenti, armi e altro ancora e la costruzione di un reticolato è solo per impedire che l’offerta sia superiore alla domanda in qual caso, come giustamente asserisce il braccio destro del senatore (un Jeff Fahey invecchiato ma ancora in gamba)mentre sta per crocifiggere il fratello, diventato prete anche se a modo suo. Le scene così si susseguono a ritmo serrato,come i dialoghi. Lo spettatore passa da una risata nervosa ad un balzo sulla poltroncina a causa di una scena fin troppo cruda, che non guasta però. E si arriva in questo modo al finale, dove i giustizieri vengono giustiziati dalle vittime. Ognuno muore a modo suo: il senatore vittima della sua stessa politica, il braccio destro implorando di sapere che fine abbia fatto la sua famiglia, il trafficante di droga che si sbudella letteralmente con il machete attendendo l’arrivo del suo acerrimo rivale (‘Machete’ appunto) all’inferno, dove sta per andare lui e il ‘sangue puro americano’, lo sceriffo a capo dei vigilantes mentre fugge con la jeep (chissà se il suo bisnonno, morto ad Alamo ne sarebbe andato fiero…forse glielo dirà). Il bacio dato da ‘Sartana’ (Jessica Alba) a ‘Machete (Denny Trejo)mentre si allontanano in moto è presagio di un possibile seguito (anzi, due, come dicono i titoloni prima di quelli di coda). Chissà….

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