Mad Max: Fury Road: la recensione di Luca Ferrari
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Mad Max: Fury Road: la recensione di Luca Ferrari

Mad Max: Fury Road: la recensione di Luca Ferrari

Mad Max: Fury Road, un penoso remake

Un film più inutile di Mad Max: Fury Road (2015, di George Miller) è difficile da trovare. Emblema di un’industria senza idee e capace solo di clonare se stessa al grido di: “rifare e rifare ancora finché i polli continueranno ad abboccare”. Verso la fine degli anni Settanta quando si andava al cinema una volta al mese (e anche meno), il regista australiano George Miller nel giro di un quinquennio diede alla luce una trilogia che fece epoca: Interceptor (1979), Interceptor – Il guerriero della strada (1981) e Mad Max – Oltre la sfera del tuono (1983). Film che se avessero adottato la linea del presente, non sarebbero mai usciti.

Anno 2015, Mad Max: Fury Road. In una fantomatica era post-nucleare vige la legge del più forte. In mezzo a questa follia dalle regole non scritte, Max Rockatansky (Tom Hardy) viene catturato per donare all’occorrenza il proprio prezioso sangue ai tanti figli della guerra di Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne), un ridicolo incrocio tra la Tina Turner di “Oltre la sfera del tuono” e Skeletor, personaggio inventato dalla Mattel made in Eighties. La sua generale intanto, l’Imperatrice Furiosa (Charlize Theron), sta per avere l’occasione giusta per mollarlo e far ritorno a casa.

Presentato in pompa magna nella sez. Fuori Concorso della 68° edizione del Festival di Cannes, se si escludono gli effetti speciali e il 3D (nell’insieme neanche chissà che), il resto è più desertico dello scenario terrestre in cui è ambientata la vicenda. Giusto qualche didascalia iniziale ed ecco il mondo allo sbando nell’era post atomica. Ma se negli anni ’80 la propaganda della Guerra Fredda faceva temere un imminente scoppio nucleare tra USA e URSS, adesso di ciò non v’è più traccia. Adesso la paura ha lasciato posto all’isterismo. Nel terzo millennio la gente ha paura degli attentati e del proprio vicino di casa, specie se di credo diverso. La gente ha paura di non arrivare a fine mese, non certo di una guerra atomica. Ciliegina sulla torta, la spacciata eternità di Immortan Joe, dall’odore “vagamente” Serse-300esco. Voilà, il penoso remake è servito.

Voto: 0/5

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