Il sequel/reboot diretto da Miller sarebbe una panacea ideologica: “celebra il canto del cigno della civiltà industriale e capitalista […] nel suo specifico femmineo, generativo e materno, che s’incontra col pragmatismo maschile di Max, la direzione da percorrere affinché le cose possano cambiare dall’interno, gestendo le risorse e l’umanità (tanto in senso fisico quanto etico) in modo nuovo e diverso”. Porcapeppa, m’era sfuggita cotanta menata nel record d’abbioccamenti indottimi da un singolo film. 98 su RT%: ma sicuri ch’il tripudio plebiscitario sia avvenuto a Cannes senza rollare alcunché? La trama è quella d’uno sparatutto lungo 2 ore e con le sfaccettature dei personaggi tagliate coll’accetta, modello gioco di ruolo vietato ai maggiori d’una dozzina d’anni. Già mi schifano i videogame del genere, questo per giunta non è manco interattivo né permette d’identificarsi con nessun protagonista consistente. Il ritmo d’un action forsennato, indiavolato, furyoso quant’il titolo del film, il nome dell’eroina Theron, il contemporaneo lungometraggio d’Ayer: puro e crudo hype lessicale. Adrenalina invece zero come con un playback a meno che non s’ami il karaoke.”Visivamente spettacolare per fotografia, costumi, ambienti”: semplicement’aggiornato alla qualità grafica d’un’odierna playstation. Quoto un “rapporto di minoranza”: “Se v’aspettavate un film con 0% trama, 0% psicologia dei personaggi, 0% rispetto per la fisica, 0% logica, ma 100% cose a caso e soprattutto 100% fuoco e tette, allora è il film che fa per voi”. Tornate subito alle vostre console, ché senz’assidu’allenamento aumenterà il gap coi vostri prepuberi competitors, la genìa dei nativi digitali.
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