Magic in the Moonlight: la recensione di aleotto83
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Magic in the Moonlight: la recensione di aleotto83

Magic in the Moonlight: la recensione di aleotto83

Woody Allen ci ha abituato ad un appuntamento fisso con il suo brillante estro, sotto forma di un nuovo film ogni anno dal 1983, che per fortuna non si affievolisce nemmeno nella sua avanzata età.
Dopo la tragica ma acclamata consacrazione di Cate Blanchett lo scorso anno con Blue Jasmine, stavolta si torna alla commedia leggera, una digressione spensierata con almeno tre temi molto cari al regista newyorkese: gli anni venti, il sud della Francia e la magia!
Un acclamato prestigiatore, interpretato da Colin Firth, viene invitato da un amico in Costa Azzurra per smascherare una giovane medium imbrogliona che con le sue doti ha incantato una ricca famiglia e più di tutti il figlio ed erede principale che si è innamorato perdutamente di lei, dedicandole terribili serenate con l’ukulele!
Ma le convinzioni nichiliste e il prestigio dell’uomo vacillano quando deve ammettere di non riuscire a trovare alcun inganno nelle sedute in cui la bella americana comunica con il mondo soprannaturale, e allo stesso tempo la bella vita della riviera e il fascino della ragazza iniziano a prendere il sopravvento sul suo rispettabile cinismo.
Come un buon fan di Woody sa bene, il gioco sta quasi tutto nei dialoghi, sempre superbi, in un attore principale all’altezza di assumersi il ruolo di alter ego del regista, con le caratteristiche nevrosi, e una controparte femminile che gli tenga testa e illumini lo schermo con la sua presenza.
Se cerchiamo questo, allora al vecchio mago il trucco è riuscito ancora una volta: il protagonista Colin Firth è straordinario nel calarsi nei discorsi stralunati, nelle battute fulminanti e negli equivoci romantici (visto in lingua originale è semplicemente da applauso) ed è affiancato da una potenziale nuova musa di Allen, la magnetica Emma Stone, che con il suo sorriso e spigliatezza riesce a farla franca meglio di chiunque altra attrice della sua generazione.
Non ci si deve attendere nulla di trascendentale, ovviamente, ma ben venga una commedia intelligente di stampo teatrale che ha il suo punto forte nei dialoghi, che contrappongono ancora una volta fede e razionalità, con due protagonisti brillanti e ben assortiti nonostante la differenza di età.

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