Magic in the Moonlight: la recensione di nancy
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Magic in the Moonlight: la recensione di nancy

Magic in the Moonlight: la recensione di nancy

Che eleganza! Grazie Woody!

Di Magic in the moonlight se ne sta parlando tantissimo, quasi quanto Interstellar a riprova che Allen accende e divide gli animi ormai da diversi anni. Ammetto di non essere una fan della prima ora di Allen, conosco solo alcuni degli ultimi lavori e devo dire che li ho anche apprezzati (nessuno mi tocchi Vicky, Cristina, Barcelona!) e quindi non ho le basi per comprendere bene l’accanimento contro l’Allen degli anni duemila.

Magic in the Moonlight (cliccate qui per trailer e sinossi) è una commedia elegantissima e delicata che merita la visione soprattutto per la cura dei dialoghi che definerei teatrali e non scontati come potrebbero sembrare e per una fotografia meravigliosa che ci trasporta direttamente sotto la calda luce della Francia del sud.

Emma Stone veste bene i panni della “scaltra imbroglioncella”, ma la vera ri-scoperta è Colin Firth che da tempo non ricopriva un ruolo così acidamente romantico. Lo scettico Stanley ricorda tanto il Mr. Darcy di Orgoglio e Pregiudizio, i suoi discorsi con la zia ricordano L’importanza di chiamarsi Ernest e la sua acidità ricorda il meno noto ruolo di suocero in Un matrimonio all’inglese, ma più di tutto Colin Firth è il perfetto alter ego di Allen con quel tocco british che lo rende irresistibile. Nonostante la differenza d’età tra la Stone e Firth quest’ultimo riveste ancora bene il ruolo dell’uomo dei sogni e la piccola Sophie scatene nelle Firthies più accanite un’invidia non indifferente.

Trattandosi di una commedia romantica il finale è abbastanza scontato, ma in linea con la trama stessa della pellicola che in definitiva è un invito ad abbandonare le nostre corazze fatte di razionalità e a lasciarsi andare (con moderazione!) alle magie della vita, ai suoi colori e soprattutto all’amore sulle note di Cole Porter.

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