Un’ampia panoramica su una pianura desolata e consumata da una catastrofe di dimensioni apocalittiche. Il rombo gutturale di un V8 che si inizia a percepire in lontananza per poi diventare sempre più rauco, incalzante e potente, fino all’apparizione sullo schermo di un pick-up blindato alla meglio che rimbalza sugli avvallamenti di un sentiero improvvisato tra i detriti in mezzo al nulla. Il tutto ripreso attraverso un coinvolgente piano sequenza in grado di trasmettere perfettamente la sensazione di velocità. Tra le dune appare un secondo 4×4, pure questo in assetto da combattimento. Entrambi sbucano dalle dune per rincorrere un convoglio su rotaie, quello su cui la W.C.K.D. sta trasportando gli Immuni al proprio quartier generale per un ultimo disperato tentativo di trovare una cura al virus che sta provocando l’estinzione del genere umano. Tra loro c’è Minho, rapito insieme agli altri durante l’ultimo devastante scontro con cui si era concluso Maze Runner: La fuga. Ma Thomas, Newt, Brenda, Jorge e Vince hanno un piano per tentare di liberarlo.
È così che ha inizio il terzo ed ultimo capitolo della trilogia cinematografica di Maze Runner, diretta interamente da Wes Ball e ispirata ai romanzi best seller di James Dashner (i libri, pubblicati tra il 2009 e il 211, hanno venduto più di 9 milioni di copie). Proprio come accaduto tra il primo e il secondo film, anche questo episodio conclusivo inizia esattamente dal punto in cui avevamo abbandonato i radurai e prosegue senza soluzione di continuità, proprio come il terzo tempo di un unico film.
Ed è proprio in questa formula che Maze Runner mostra forse il suo unico tallone d’Achille: se il progetto di Ball avesse seguito la dinamica dei primi due film, ovvero una release annuale chiudendo tutto il ciclo in tre, massimo quattro anni – come inizialmente pianificato – sarebbe stata la soluzione perfetta. La produzione invece ha dovuto affrontare l’imponderabile. Il protagonista Dylan O’Brian, durante le riprese di La rivelazione, è rimasto vittima di un brutto incidente sul set che gli è costato mesi di riabilitazione e il terzo capitolo arriva nelle sale con più di un anno di ritardo rispetto al previsto. Poco male: il consiglio che ci sentiamo di darvi prima di affrontare questo rush finale è quello di rinfrescarvi la memoria recuperando i primi due capitoli. Non tanto per far mente locale sulla trama, che di per sé era e rimane piuttosto lineare, ma per riprendere il lungo viaggio iniziato nel labirinto e proseguito nella desolazione della Zona Bruciata con il mood giusto e avendo ben presenti i legami che uniscono i vari protagonisti.
Fatto questo, Maze Runner – La rivelazione premia l’attesa. Se siete amanti del genere young adult o se già eravate tra i fan della saga, questo terzo film è una spanna sopra i primi due non solo in termini di dimensioni, effetti speciali e coreografie action, ma anche di pura sostanza, ovvero di intrecci, legami e conflitti che si risolveranno prima dei titoli di coda. C’è il sentimento che lega Thomas (O’Brian) e Teresa (Kaya Scodelario) dopo il tradimento della ragazza, il fortissimo legame di amicizia che unisce i radurai, in particolare Thomas, Newt e la loro determinazione nel salvare Minho. C’è il desiderio di vendetta di Jensen (villain interpretato dal Ditocorto di Trono di spade Aidan Gillen) che va ben oltre gli scopi per cui opera per conto della W.C.K.D. E ancora, c’è la comunità guidata da Vince (Berry Pepper) alla ricerca di un luogo sicuro dove rifugiarsi e poi c’è il conflitto nel conflitto: una vera e propria guerriglia urbana scatenata da Lawrence (un quasi irriconoscibile Walton Goggins), mostruoso leader dei perdenti, di coloro che sono stati esclusi e chiusi fuori dalle mura dell’ultima città in cui la W.C.K.D. ha basato il suo quartier generale, destinati a morire infettati dal virus.
La rincorsa dei radurai verso la salvezza scorre via spinta da un buon ritmo e i 142 minuti di proiezione non devono spaventarvi, complici anche un paio di twist ben congegnati e il ritorno in azione di un personaggio decisamente inatteso. Resta da capire se Maze Runner – La rivelazione sarà solo l’ultimo capitolo della saga di Wes Ball oppure l’ultima fiammata di un genere, quello young adult, che conclusa questa trilogia – dopo fenomeni quali Hunger Games e Twilight – pare aver definitivamente esaurito le sue fonti di ispirazione.
Mi piace: il ritmo dell’azione e come si intrecciano le sorti dei protagonisti
Non mi piace: troppo poco spazio al mostruoso e intrigante personaggio di Walton Goggins
Voto: 3 su 5
Foto: © 20th Century Fox
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