Mi rifaccio vivo: la recensione di Marita Toniolo
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Mi rifaccio vivo: la recensione di Marita Toniolo

Mi rifaccio vivo: la recensione di Marita Toniolo

Si è scomodato molto Frank Capra parlando di Mi rifaccio vivo, ma a parte il fatto di trovarsi di fronte a una favola surreale in cui vita reale e aldilà conversano tra loro, si potrebbe dire che quello messo in campo da Sergio Rubini è un Capra di grana grossa. Eppure ci sarebbero tutti gli elementi: il morto suicida per disperazione, l’angelo custode e la possibilità di redenzione (con tanto di bonus vita accordato dall’ufficio aldilà).
Il morto in questione, il protagonista Biagio Bianchetti (Lillo Petrolo della coppia comica Lillo & Greg), sin dalle elementari ha dovuto sopportare una nemesi fastidiosa, tale Ottone Di Valerio (Neri Marcoré), anch’egli diventato nel tempo imprenditore. Il rapporto tra Biagio e Ottone ricorda molto quello tra Paperino e Gastone: tutto quello che Biagio ottiene col sudore, a Ottone cade dal cielo con estrema facilità.
Biagio, esasperato dall’ultimo affare fallito e che lo ha portato alla bancarotta, si reca alla casa al lago, si lega una pietra al collo e… si risveglia in una sorta di Spa termale con tanto di accappatoio e ciabattine. Il maitre è nientepopodimeno che Carl Marx e e pretende che i peccati commessi in vita si scontino nei vari livelli in cui l’aldilà si suddivide senza favoritismi.
Potrebbe tornare a riparare una vita matrimoniale resa opaca dalla sua devozione agli affari e cercare di riparare il suo rapporto con la bella moglie Sandra (Vanessa Incontrada) lasciata economicamente nelle pesti. Ma alla fine la sua ossessione è sempre la vendetta estrema contro Ottone, che egli attua tornando nel corpo di un suo importante socio d’affari, tal Dennis Rufino ((Emilio Solfrizzi), guru della new age e della comunicazione. Sconvolgere la vita di Ottone, approfittando anche della debolezza della moglie di lui (una elegantissima Margherita Buy) non sarà comunque così semplice e alla fine Biagio scoprirà un dietro le quinte della vita di Ottone spiazzante…
Peccato che la sceneggiatura e i dialoghi siano davvero poco riusciti, ripensando all’opera di esordio di Rubini (La stazione, meccanismo a orologeria perfetto) o alle opere più mature, come il recentissimo Uomo nero viene da rammaricarsi per una bella occasione sprecata. Quando si sceglie un tema originale e una levità garbata, invece dei soliti toni pecorecci e insulsi della commedia italiana, è un peccato vederle rovinate dalla mancanza di equilibrio e bilanciamento degli ingredienti. Un film in cui si sorride più che ridere, ci si annoia spesso e che è facile dimenticare in fretta.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace: il surrealismo alla Frank Capra della storia.

Non mi piace: il macchiettismo dei personaggi e le battute fiacche.

Consigliato a chi: ama le commedie garbate e non volgari.

VOTO: 2/5

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