Il conduttore del noto programma tv Money Monster, che si propone, fra il serio e il faceto, di dare consigli al pubblico su come investire i propri soldi, viene preso un ostaggio da un folle, che a causa di uno di quei consigli ha perso tutto ciò che aveva e reclama giustizia dinanzi alle telecamere. Da questo punto in poi, quella che poteva apparire come una semplice commedia si trasforma in tragedia. Mille i piani di lettura celati dietro l’apparente semplicità di un film che tiene inchiodati alla sedia fin dal primo istante. Un thriller finanziario potente, a metà fra l’action movie e il dramma psicologico. Ottimamente scelti gli attori, tutti assolutamente in parte, dai protagonisti ai comprimari. Perfetto George Clooney nei panni dell’anchor man Lee Gates, gigione e sopra le righe, che acquista spessore scena dopo scena; perfetta Julia Roberts che, definitivamente dismessi i panni di Pretty Woman, sceglie ruoli sempre più interessanti e qui veste i panni di una donna forte e sicura di sé, che guida il protagonista passo dopo passo, mettendo a rischio la sua stessa vita a servizio della sua salvezza e del trionfo della verità.
Così, tralasciando il bellissimo ed affiatato rapporto fra i due protagonisti, che è il vero fulcro di tutta la pellicola, Money Monster è anche un film sul giornalismo, argomento che affronta in maniera essenziale e senza pretese di approfondimento o oscuri tecnicismi alla Spotlight. Tutto qui è solamente accennato, senza strafare ma la sceneggiatura è ferrea, il ritmo strabiliante, la regia è ferma ma non pretenziosa né vi è eccesso di didascalismo.
Brava Jodie Foster che alla sua ennesima prova dopo l’interessante Mr. Beaver, con l’amico Mel Gibson, dimostra di sapersi misurare con tematiche forti, ad alta complessità senza la paura di sfigurare e senza l’ansia di dover dimostrare qualcosa.
Il film è semplicemente un bel film, senza voler trovare difetti a tutti i costi.