Il cinema continua la sua incursione tra i banchi di scuola. Dopo Detachment (con la straordinaria interpretazione di Adrien Brody) e in attesa de Il Rosso e il Blu (con Riccardo Scamarcio nel ruolo di professore) è la volta di un piccolo film canadese. Monsieur Lazhar è il quarto lungometraggio di Philippe Falardeau, tratto dalla pièce teatrale Bachir Lazhar di Evelyne De La Chenelière, pur con molta libertà.
Il film riprende la storia del signor Lazhar del titolo, immigrato algerino con un passato doloroso e ancora irrisolto, che si propone come supplente di una scuola elementare di Montreal, scossa dal suicidio improvviso di una delle insegnanti. Ma, rispetto all’opera originale, scava nelle vite degli studenti (con un occhio di riguardo ai piccoli Alice e Simon, ai quali vengono attribuite una saggezza e una profondità fuori dal comune), approfondisce il rapporto insegnante-allievo, senza dimenticare il legame interrotto tra il protagonista e la sua terra (sebbene questo non sia il tema principale). Siamo dalle parti di La classe di Laurent Cantet, ma i toni sono decisamente più delicati, quasi poetici. Come quelli di monsieur Lazhar, che ai suoi alunni detta Balzac e non rinuncia – come il resto del corpo docente – a parlare con loro di morte, perché questo fa parte della vita. E non per questo la vita è meno bella. Con i suoi dettati e con i suoi metodi più all’antica e meno politicamente corretti, Lazhar entra nelle loro esistenze, portando luminosità a sicurezze. E nel frattempo ritrova la serenità ed elabora il suo lutto personale, legato alla perdita della famiglia e delle proprie radici.
«Si limiti a insegnare, non a educare nostra figlia» si sente dire da una coppia di genitori. Invano, perché il cammino iniziato va percorso fino in fondo. E proprio la scena finale sprigiona il potente senso allegorico del film nell’aneddoto dell’albero e della crisalide, racconto toccante sull’esigenza (nella vita) di incontrare figure di riferimento solide capaci di proteggere la crisalide affinché possa trasformarsi in farfalla.
Monsieur Lazhar non avrà la forza epica de L’attimo fuggente, ma l’attualità e l’importanza del messaggio ne fanno un’opera interessante e necessaria. Giustamente pluripremiata.
Mi piace
Il messaggio del film, che ribadisce l’importanza dell’educazione e di punti di riferimento solidi nella vita dei giovani.
Non mi piace
Nonostante la coerenza e la scorrevolezza del film, c’è troppa carne al fuoco. E la vicenda personale di Monsieur Lazhar si risolve in modo retorico e melenso, finendo per risultare un po’ forzata.
Consigliato a chi
Apprezza i film a tema scolastico che mettono al centro la figura dell’insegnante.
Voto: 4/5
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