“Moonlight” è il secondo film di Barry Jenkins, dopo il suo esordio al lungometraggio nel 2008 con “Medicine for Melancholy”.
“Moonlight” racconta la storia di Chiron, un ragazzo afroamericano nato e cresciuto a Liberty City, un quartiere nella periferia di Miami. La sua storia ci viene raccontata attraverso la sua infanzia, la sua adolescenza e la sua età adulta. Chiron è un ragazzo molto introverso, insicuro, sempre con la testa bassa ed è alla continua ricerca della sua strada per riuscire a capire chi è e chi vuole diventare.
Il cast del film è composto dal protagonista Chiron interpretato da ben 3 attori: Alex Hibbert, Ashton Sanders e Trevante Rhodes: il primo è Chiron bambino, il secondo è Chiron adolescente e il terzo è Chiron adulto. Tutti e tre gli attori sono secondo me fantastici, si calano benissimo nel personaggio e sono talmente credibili che non si vede poi cosi tanto la differenza fisica tra di loro. Il personaggio di Chiron è analizzato in modo molto dettagliato, infatti ci sono vari motivi che spiegano come mai è cosi chiuso in se stesso, non parla e viene spesso deriso dagli amici: un motivo è sicuramente la presenza di una madre tossicodipendente e la mancanza di un padre. Poi abbiamo i vari non protagonisti: il primo è Juan interpretato in maniera fantastica da Mahershala Ali (attore reso noto dai suoi ultimi lavori: “Free State of Jones”, “Il Diritto di Contare” e appunto “Moonlight”, tutti film del 2016). Ali nel film è perfetto, peccato che rimanga poco, mi sarebbe piaciuto vederlo di più perché è stato veramente bravissimo e si è guadagnato sicuramente la nomination al Miglior Attore Non protagonista agli Oscar 2017. Il suo personaggio è uno dei più importanti, è uno spacciatore, il boss (che si capisce dalla coroncina posta sul cruscotto della sua macchina) e quando trova Chiron decide di prenderlo sotto la sua ala e diventa per lui una sorta di padre. Poi c’è Teresa la compagna di Juan, interpretata da Janelle Monàe (che troviamo come Ali in due film candidati al Miglior Film ai prossimi Oscar: “Moonlight” e “Il Diritto di Contare”). Poi abbiamo la madre di Chiron, interpretata da Naomi Harris: anche lei bravissima e meritevole della candidatura agli Oscar ed infine un altro personaggio importante Kevin, anche lui come Chiron è interpretato da 3 attori che ripercorrono anche per lui l’infanzia (dov’è interpretato da Jaden Piner), l’adolescenza (Jharrel Jerome) e infine l’età adulta (Andrè Holland): anche per il personaggio di Kevin mi sono piaciuti tutti e tre gli attori, in questo caso però il migliore è stato senz’altro l’ultimo, Holland è anche quello che c’è di più nel film e rispetto agli altri due ha avuto anche più tempo per esprimersi al meglio.
“Moonlight” è un film che non racconta solo la vita di Chiron e dei personaggi di contorno, ma riesce a racchiudere in sé tematiche molto forti quali l’omofobia, la diversità, le varie fasi della vita, il bullismo, la crescita, il razzismo ecc. Il tutto spesso solamente attraverso le immagini, i dialoghi sono veramente ridotti all’osso e quando ci sono servono soltanto per sottolineare l’argomento che viene affrontato. Quello che crea Jenkins, attraverso una pulitissima regia, sono immagini piene di significato e valore: in particolare quella che da il titolo al film ovvero l’immagine del chiaro di luna. Del film ho apprezzato moltissimo la fotografia, ricca di colori freddi usati per descrivere le varie situazioni e ambientazioni della vita di Chiron e la regia di Jenkins che crea dei particolari piani sequenza girando intorno agli attori in movimento circolare continuo che rende benissimo sul grande schermo. Molto azzeccata la colonna sonora di Nicholas Brittell che crea un mix perfetto condito da splendide melodie classiche. E, naturalmente, ho adorato le interpretazioni degli attori, Ali su tutti, come dicevo prima è perfetto per il personaggio che interpreta. Un’altro elemento che ho apprezzato molto è la divisione in tre atti del film (l’unico elemento che rimanda all’opera teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue” da cui è in parte tratto), divisione che rende il tutto più scorrevole: il primo capitolo intitolato “Piccolo” racconta l’infanzia di Chiron è si concentra sulla sua vita familiare, ovvero racconta del rapporto con la madre e della mancanza di una figura paterna (il capitolo reso meglio nel film, secondo me), e comincia a trattare anche il suo rapporto con le persone che ha attorno, un aspetto che viene sviluppato nel secondo capitolo, quello dell’adolescenza del ragazzo, intitolato Chiron: capitolo in cui viene affrontato anche il tema della sessualità, l’adolescenza rappresenta un momento importante per ognuno di noi e la stessa cosa vale per Chiron, il quale comincia a farsi delle domande riguardanti la sua sessualità e si creano in lui i primi dubbi, le prime domande, un capitolo dove comincia a sviluppare l’idea che vuole avere di se stesso. Poi abbiamo il terzo ed ultimo capitolo, intitolato Black: oramai è adulto, ma non ha ancora dato una risposta alle domande dei precedenti capitoli, in più troviamo anche un ragazzo molto diverso dal Chiron bambino e adolescente, sia nell’aspetto fisico sia, a volte, nel comportamento, nonostante sia sempre molto introverso e parli poco. Oramai ha preso una brutta strada (e qua si notano le somiglianze con il personaggio di Juan, il quale cercava di trasmettergli dei buoni insegnamenti) perché alla fine Chiron per integrarsi è stato costretto a diventare qualcun altro. Infine c’è il finale: wow, l’ho trovato bellissimo e toccante, naturalmente non ve lo svelerò per evitare inutili spoiler, ma fidatevi è veramente potente a livello emotivo e dà un ottimo tocco di chiusura al film.
Ma naturalmente “Moonlight” ha anche dei piccoli difetti: uno dei pochi che ho trovato è in parte il terzo capitolo: l’ho trovato un po’ meno deciso e forte inizialmente rispetto ai precedenti, è meno diretto nonostante sia molto emotivo e si chiuda con un fantastico finale. Poi abbiamo il ritmo che ha volte è un troppo compassato, e per alcuni può poi risultare magari noioso (una delle critiche che ha colpito di più il film da parte del pubblico), a me comunque questo elemento non ha creato nessun fastidio, anzi credo che tenga questo ritmo per dare il tempo a noi spettatori di entrare all’interno del film e rispecchia anche il tempo che Chiron ci mette a comprendere ciò che gli accade, rendendo il tutto molto più credibile. Questi diciamo sono i piccoli difetti secondo me, però ho visto che è stato criticato negativamente per altri aspetti, come ad es. il fatto che sia un film fatto solo per vincere agli Oscar: io non credo sia così, è vero che tratta argomenti come l’omofobia, la diversità ecc. però non lo fa sottolineandoli in maniera stucchevole, ripetitiva e noiosa.
Quindi, nonostante le critiche e i pochi difetti che ho trovato, io mi sento di dare a “Moonlight” un gran bel 9, uno dei migliori film che abbia mai visto, mi ha catturato dall’inizio alla fine e mi ha catapultato all’interno di una storia tanto fantastica quanto drammatica. Un film che si merita senz’altro le 8 nomination agli Oscar (5 in categorie importanti).
Insomma “Moonlight” è un fantastico film, quasi un capolavoro secondo me, che ci mostra la crescita, lo sviluppo e la formazione di un ragazzo di colore all’interno di un contesto che non lo aiuta per niente, la strada. In più il film riesce ad essere molto duro perché ci mostra della violenza, ma allo stesso tempo dolce, delicato e simbolico (uno di questi simboli e senz’altro l’elemento dell’acqua, presente all’interno di tutti e tre i capitoli che funge da collegamento) per questi motivi trovo scandaloso che sia stato distribuito in pochissimi cinema in Italia, nonostante le 8 nomination.