Natale all'improvviso: la recensione di Maria Laura Ramello
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Natale all’improvviso: la recensione di Maria Laura Ramello

Natale all’improvviso: la recensione di Maria Laura Ramello

I film a tema natalizio in cui un cast di star si confronta a suon di dichiarazioni, menzogne, tradimenti, perdite e chi più ne ha più ne metta, hanno un fascino dozzinale e risaputo a cui nella maggior parte dei casi è difficile resistere, a partire dal sublime guilty pleasure Love Actually. Con Diane Keaton, John Goodman, Olivia Wilde, Amanda Seyfried, Marisa Tomei e Alan Arkin a libro paga, anche per Natale all’improvviso le premesse erano più che buone.

Dopo 40 anni di matrimonio Sam (Goodman) e Charlotte (Keaton) sono sull’orlo del divorzio, ma hanno deciso di aspettare la fine delle vacanze natalizie per fare il triste annuncio alla famiglia. Sono infatti diretti a casa loro la problematica figlia Eleanor (Wilde), il figlio Hank (Helms) – separato e rimasto da poco senza lavoro – il padre e la sorella di Charlotte, Bucky ed Emma (interpretati da Arkin e la Tomei – con tanti saluti alla coerenza anagrafica), e la zia Fishy (June Squidd). Se non bastasse, lungo il tragitto verso il cenone si aggregheranno anche una cameriera sola e triste (Seyfried), di cui il nonno è segretamente innamorato, e Jack Lacy, un soldato pronto a partire per la guerra, che Eleanor incontrerà in aeroporto e convincerà a fingere di essere il suo compagno.

A 14 anni di distanza da Mi chiamo Sam (sarà un caso che il protagonista del film sia, ancora una volta, un Sam?) la regista Jessie Nelson torna alla regia e tra flashback, split screen, “intensi” primi piani, musiche che spaziano dai classici di Natale a Bob Dylan, e clip di film d’epoca, cerca di creare un clima festivo attraverso la ricchezza della confezione, aggirando uno script fragile. Ma non bastano i bei volti a fare un film (anche se ogni volta che la Keaton e la Tomei aprono bocca l’attenzione tocca un picco).
Quello di cui si sente la mancanza è uno sguardo d’insieme, si inseguono troppe trame per dire tante cose, finendo per non raccontarne nessuna. A tenere le fila ci prova il narratore (Steve Martin nella versione originale) ed è alla scoperta della sua identità che è affidato il twist finale.

Sarà che non siamo ancora in atmosfera natalizia, e quindi non siamo tutti più buoni, ma – in questo sottogenere – abbiamo visto davvero di meglio.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace: i tanti attori di talento che compongono il cast

Non mi piace: il ricorso a tanti, troppi, chiché

Consigliato a chi: vuole iniziare a respirare l’atmosfera Natalizia

Voto: 2/5

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