Noi e la Giulia: la recensione di Mauro Lanari
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Noi e la Giulia: la recensione di Mauro Lanari

Noi e la Giulia: la recensione di Mauro Lanari

“Per parafrasare una battuta del film, a ‘Noi e la Giulia’ mancano l’armi giuste per sfondare”. E non sono certo battute al vetriolo, interazioni veloci fra personaggi ben caratterizzati, svolte narrative emozionanti: sceneggiatura, dialoghi, fotografia e regia sono quanto di meglio l’odierna tragicommedia italiana sa offrire. Non molt’originale il soggetto, mix del precariato quarantenne di “Smetto quando voglio” (Sydney Sibilia, 2014) e del cooperativismo antimafioso di “La nostra terra” (Giulio Manfredonia, 2014), però il divertimento è intelligente, l’umorismo brillante, le trovate azzeccate, il ritmo sostenuto. Non pochi i guizzi autoriali: il pugno al rallenty d’Amendola e lui che minaccia e insegue con falce e martello i giovani camorristi; “la panoramica dalla superficie a sottoterra fin dentro la Giulia; il trascorrere del giorno coi protagonisti che si spostano dal cortile dov’hanno seppellito la Giulia fin poi sul terrazzo; la Foglietta che descrive come vorrebbe arredare/ridisegnare le stanze, nel mentre che quelle cambiano proprio come lei dice”. Una comicità “socialmente impegnata” che rientra nel filone della “favola etica”, ed è proprio la morale del film che non convince affatto col suo tono da lezioncina scritta col bilancino. Edoardo Leo ha troppa gavetta fiction alle spalle per e(sc)ludere dubbi e sospetti di furbata costruit’a tavolino. L’immancabile love story, l’immancabile buonismo sentimentalista, l’immancabile protagonista femminile incinta, l’immancabile apologia della neonatalità: gl’ingredienti tipici dei suoi tanti successi televisivi (“Un medico in famiglia”, “Ho sposato un calciatore”, “Caterina e le sue figlie 2”, “Romanzo criminale – La serie”, “I Cesaroni 3”, “Crimini 2”, “Il signore della truffa”, “Dov’è mia figlia”). “Ed è un peccato, poiché il talento di Leo come regista e com’attore è sempre più solido. Fors’anche lui, com’i personaggi che racconta, dovrebbe trovare il coraggio di crescere e scegliere strade meno battute e forse più impervie, ma alla lunga più fruttuose.” Carino, godibile, in larga parte dimenticabile.

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