Quando ho letto tra i titoli del film il nome di Guillermo Del Toro, ho capito di dover vedere questo film, anche se in lingua originale. In questo caso però il mio è stato un abbaglio perché solo dopo la fine del film vengo a scoprire che Del Toro ne è produttore e non regista. La regia è stata affidata all’esordiente Troy Nixey, pupillo di del produttore/regista spagnolo. C’è da dire che come opera prima risulta nel complesso molto buona anche se non all’altezza dei lavori di Del Toro (che personalamente considero il nuovo Tim Burton). La cosa curiosa è che Troy Nixey prima di girare questo film era un disegnatore di fumetti e mi piace l’idea che la visione del mondo dei comics venga trasposta nel cinema.
La storia parla di una bambina, dai genitori separati, di una madre che se ne libera per avere più spazio per se, senza nemmeno avere il coraggio di dirglielo in faccia, di un padre (Guy Pearce) e della sua giovane fidanzata (Katie Holmes) che per lavoro acquistano e ristrutturano un tetro e antico casale. Questo luogo cela nelle sue viscere un terribile segreto: dei piccoli esseri, subdoli e senza nessuna pietà, ne abitano le fondamenta e si nutrono dei denti dei bambini che la abitano.
L’atmosfera è pervasa di paura e tensione, il taglio cinematografico è cupo e opprimente, l’ideale per un film horror.
Giudizio finale: voto 7
Il risultato finale è buono ma gli manca qualcosa per diventare ottimo: una maggiore profondità dei personaggi e soprattutto una maggiore caratterizzazione dei piccoli mostri (si carpiscono appena le differenze tra l’uno e l’altro) e qualche informazione in più sulla loro genesi, lo avrebbero reso un must per tutti i cultori dell’horror.
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