Sequel della commedia francese del 2015, Non sposate le mie figlie 2 riprende la storia qualche anno dopo il matrimonio di Laure con l’ivoriano Charles. I coniugi Claude e Marie Verneuil (Christian Clavier e Chantal Lauby) hanno ormai accettato il fatto che le loro figlie abbiano preferito sposare uomini di culture e paesi diversi invece di accasarsi con i “bravi” ragazzi del loro circondario. Peccato però che invece di godersi formaggio e pathé locali siano costretti a viaggiare continuamente per andare a trovare i consuoceri nei loro rispettivi paesi. Convinti che il peggio sia ormai passato, scoprono invece che deve ancora arrivare quando le figlie comunicano loro di avere intenzione di trasferirsi tutte all’estero con mariti e figli. Una tragedia che Claude e Marie devono evitare a tutti i costi. Ma come fare?
Commedia francese politicamente (s)corretta, Non sposate le mie figlie 2 gioca ancora una volta con i cliché e i luoghi comuni per confezionare una serie di gag ben riuscite ed equilibrate che ironizza sulla xenofobia sempre più dilagante e sull’omofobia.
Il regista Philippe de Chauveron, ambienta non per niente il film tra le villa borghesi della regione di Tour e gli uffici extralusso dei quartieri beni di Parigi, per mostrare la migrazione, un po’ forzata ma alla fine naturale di una famiglia tradizionalista, cattolica e gollista in un agglomerato interrazziale, interculturale e pieno zeppo di amore.
In fondo non è questo quello che conta? A dispetto della paura del diverso (da barzelletta le scene con il giardiniere arabo ma molto efficaci) il film mette bene in evidenza che non importa da dove veniamo e quali sono le nostre abitudini alimentari o di abbigliamento, ma l’affetto che unisce le persone e le rende più forti. L’amore familiare diventa così uno scudo che protegge contro i luoghi comuni e i pregiudizi, anche quelli sul mondo LGBT.
Funziona anche la scelta di spostare l’attenzione dalle quattro figlie dei Verneuil ai loro mariti, diventati da nemici ad amici, complici ed infine alleati. Un film che non poteva uscire in un periodo storico migliore dove la risata diventa esorcizzante e catartica in un mondo che non è più capace di difendere i basilari principi di libertà, uguaglianza e fraternità.
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