Rimasto senza lavoro dopo la vendita del giornale per cui collabora, il giornalista di New York Fred Flarsky (Seth Rogen) incontra per caso un’amica d’infanzia, Charlotte Field (Charlize Theron), che un tempo gli faceva da baby sitter e ora è Segretario di Stato e prossima candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Decisa a servirsi di una penna libera dai giochi di potere di Washington, Charlotte chiama Fred nel suo staff e con lui gira il mondo per imporre ai Paesi alleati un nuovo programma di politiche ambientali. Inaspettatamente i due si innamorano, ma la carica di Charlotte e il veleno che gli avversari della donna gettano sullo strambo Fred mettono a dura prova l’amore…
Sorta di variazione sul tema, prontamente ribaltata, di Pretty Woman, Non succede, ma se succede… è il nuovo capitolo del sodalizio tra Seth Rogen ed Evan Goldberg, coppia di amici e produttori capaci di un inaugurare un filone personale ben preciso e con una forte identità editoriale. La scorrettezza anche stavolta la fa padrone e la commedia romantica è forzata verso esiti più sgradevoli del solito, facendo dell’incontro-scontro tra sessi un campo di battaglia: un agone che funge da pretesto per parlare anche e soprattutto di politica e media e dei suoi cortocircuiti più ipocriti, da mettere alla berlina con una discreta dose di cattiveria.
Come in Molto incinta, diretto da Judd Apatow e interpretato dallo stesso Rogen, la convergenza e la love story inaspettata tra due opposti – in questo caso il giornalista lievemente disadattato che si arrabatta per una testata indipendente e una donna bellissima con dalla sua una fulminante carriera diplomatica di altissimo livello – è la cifra per coniugare una spruzzata minima di sentimento e un quantitativo ben più elevato d’irriverenza. Dopotutto in sede di sceneggiatura si affiancano Dan Sterling (South Park, tra gli altri) e Liz Hannah, autrice dello script di The Post di Steven Spielberg, mentre dietro la macchina da presa c’è Jonathan Levine, già regista di 50/50, interpretato anche da Rogen e amatissimo guarda caso proprio da Charlize Theron, che l’aveva trovato spiazzante e commovente riservandogli i suoi elogi.
Il copione mette su un piedistallo la realizzazione professionale di una figura femminile e la Theron ha il carisma giusto per non essere una semplice First Lady ma molto di più, ambendo addirittura alla svolta epocale di un Presidente degli Stati Uniti d’America donna sfumata per un soffio, come tutti sappiamo, tre anni fa. Eppure l’attrice non è esattamente una comica, ha quasi sempre evitato tanto i film d’amore quanto le commedie di cassetta e nemmeno il suo personaggio, estremamente istituzionale senza però essere rigido, sembra particolarmente incline a rinunciare al proprio piglio controllato e ambiziosissimo, in ogni snodo o possibile cambio di passo.
Questo attrito, evidente fin dalla scelta di casting, è benzina per la storia e per l’azzardo (Long Shot, non a caso, il titolo originale) di cui Non succede, ma se succede… si fa carico: quello di raccontare la volgarità della comunicazione contemporanea, specie quella che riguarda la trasmissione linguistica della sfera pubblica, con un senso latente di sottile e sgarbato disagio, proprio di chiunque si ritrovi a essere la persona giusta nel posto e probabilmente nel momento storico sbagliato e cerchi la via più sconveniente e meno imbellettata per uscire da questa impasse (una situazione in cui un ghost writer come Seth Rogen può fare decisamente la parte del leone).
Una vena sboccata che ha il solo limite di non spingere fino in fondo il pedale dell’acceleratore, dovendo far coesistere le esigenze sentimentali e le stoccate diffuse, la storyline passionale, per quanto a dir poco atipica e inconsueta, e le bordate da stand-up comedy. L’ibrido che ne viene fuori, tuttavia, è comunque vitalissimo e a tratti irresistibile, in particolare per la chimica invidiabile tra Rogen e la Theron e per gli strali potenzialmente infiniti alla showbiz e alla cultura pop di ogni ordine e grado, gonfiati ovviamente dall’eco ricorrente della comicità a stelle e strisce, Jimmy Fallon in primis.
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