Nowhere Boy: la recensione di Alessia Carmicino
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Nowhere Boy: la recensione di Alessia Carmicino

Nowhere Boy: la recensione di Alessia Carmicino

“Headmaster :You’ll be lucky to find a job on the docks because you’re going nowhere .
Here at Quarry Bank generally… nowhere.
John : Is “nowhere” full of geniuses, sir? Because then I probably do belong there! ”

Quando ” Shakespeare in love” arrivò nei cinema fu largamente apprezzato da pubblico e critica , ma nel raccontare la possibile genesi di Romeo e Giulietta attraverso gli occhi un giovane e affascinante William Shakespeare aveva senza saperlo inaugurato una nuova forma di biopic : il racconto della vita dell ‘ illustre personaggio di turno attraverso gli eventi più significativi della sua esistenza come diretta fonte d’ ispirazione delle sue grandi imprese future . L ‘ idea era originale , ma ormai è stata saccheggiata talmente tanto da non fare più scalpore : Moliere , Jane Austen , Beatrix Potter , John Keats , James Mattew Barrie , Andie Warhol sono passati tutti attraverso questo filtro con le loro creature , ed era solo questione di tempo prima che un regista volgesse l ‘ obiettivo verso qualcuno che aveva parecchio da dire su sè stesso : John Lennon .
L’impossibile sfida è toccata alla Signora Sam Taylor – Wood , un tempo artista concettuale , che al suo primo lungometraggio con ” Nowhere boy ” sceglie di tradire tutte le fondamentali regole del genere ; invece di analizzare le esperienze di Lennon in modo da farne un preludio ai grandi eventi del suo futuro Beatlesiano sceglie di raccontare solo 2 anni dell’ adolescenza di un semplice ragazzo bisognoso d ‘ affetto col cuore diviso a metà : una lotta infinita fra Mimi , la fredda e austera zia che lo alleva nella sua casa e la vivace ” mother “Julia , che lo abbandona quand ‘ è ancora un bambino e gli fa scoprire la musica e il Rock ‘nd Roll .
I Beatles sono ancora lontanissimi e per ora ci sono i Quarrymen , gruppo locale che suona nelle fiere di paese e Paul McCartney è solo un ragazzino mingherlino abile con la chitarra , costretto a provare fuori dalla porta per non turbare la quiete domestica della zia di John ; eppure , nonostante il legame con il loro grande futuro sia stato volutamente reciso , restiamo affascinati da quello che alla fine si rivela solo un frammento , narrato senza particolari colpi di scena , dell’ uomo che ha scritto ” Imagine” .
Affidandosi al bravo protagonista Aaron Johnson e a Thomas Sangster (che ho sempre trovato delizioso e che per fortuna sta continuando la sua strada nonostante non sia più un baby actor ) , il film si illumina grazie soprattutto alla bravissima Mrs McAvoy – Anne Marie Duff , che magneticamente strega con la sua fame di vivere non solo il figlio John ma anche tutti noi .
Forse non assume opinioni radicali come altri film del genere e nemmeno vi cambierà particolamente la vita , ma in fondo tutto quello che vogliamo è sentire un’altra storia , una che non ci hanno mai raccontato , per completare il puzzle su chi era questo ragazzo secondo alcuni destinato al ” nulla ” e come si sia potuto trasformare nel mito John Lennon : un motivo sufficiente per non riuscire a resistere a ” Nowhere boy ” .

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