Oblivion: la recensione di MBacciocchi
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Oblivion: la recensione di MBacciocchi

Oblivion: la recensione di MBacciocchi

Guerra nucleare, radiazioni, luna distrutta, umanità in fuga, spietati alieni distruttori che ostacolano i progetti dell’uomo di ricavare energia da quel che resta della Terra per iniziare la colonizzazione di Titano, uno dei satelliti di Saturno… questi gli ingredienti base dell’opera seconda di Kosinski che, dopo il visionario “Tron: Legacy” con cui ha dimostrato grandi doti, si cimenta di nuovo con un genere che esalta proprio le capacità (innegabili) del regista, qui anche autore della Graphic Novel, mai pubblicata, su cui la pellicola è basata.
Anche se la storia affascina e intriga, fatica a distaccarsi da ciò che la fantascienza, dai grandi classici a pellicole più recenti, ha prodotto. Ecco che, in questa chiave di lettura, Tom Cruise diventa un Wall-E umano che deve ripulire quel che resta del pianeta e proteggerlo dagli attacchi di gruppi di alieni spietati, un incrocio tra i Gamberoni del distretto 9 e i Sabbipodi di Tatooine, secondo le direttive della torre di controllo. Questa si rivela essere una sorta di Divoratore di Mondi (cfr. Marvel) computerizzato in stile Hal9000 che per sopravvivere necessita dell’energia vitale dei pianeti; quando tocca proprio alla Terra si serve di un esercito di cloni marines con il bell’aspetto di Tom Cruise, coltivati in piantagioni stile Matrix, probabilmente perché i cloni di Sam Rockwell sono stati utilizzati tutti nel recente Moon, capolavoro di fantascienza di Duncan Jones. Il tutto condito dal solito patriottismo degli Ammerigani, già visto in Indipendence Day, con il quale la pellicola condivide anche il finale pirotecnico.
Nonostante queste “piccole” somiglianze, il film è piacevole e fila in modo fluido e senza intoppi fino alla degna conclusione. Almeno, in questi tempi in cui a Hollywood sembra mancare quella fantasia che l’ha sempre caratterizzata, la trama non è così scontata e prevedibile, ma si arriva alla completa comprensione della pellicola tassello dopo tassello, per completare il puzzle solo a vicende concluse, come dovrebbe sempre accadere.
Ma il vero punto di forza è l’aspetto visivo da grande opera di fantascienza, meritevole sicuramente di apprezzamento da parte anche di chi non ama il genere. Non si può non rimanere affascinati dalle scenografie post-apocalittiche così realistiche o da tutti quei gadgets tecnologicamente avanzati di cui si servono i protagonisti. La cura per gli effetti visivi è maniacale e il risultato è facilmente percepibile: la via della perfezione è oramai intrapresa.
Ma l’altra faccia della medaglia è, purtroppo, l’aver sacrificato un po’ di coerenza nell’intreccio e l’aver accettato, inevitabilmente, qualche contraddizione e buco nella sceneggiatura, oltre a qualche dialogo non proprio logico (e forse nemmeno grammaticalmente corretto: speriamo sia una svista del doppiaggio italiano!).
Ottima interpretazione (ahimè) del sempre uguale Tom Cruise (e il flashback in stile Top Gun ce lo vuole proprio ricordare), ma è soprattutto l’apparizione a sorpresa del grande Morgan Freeman ad alzare il livello. La bella Kurylenko non spiccica parola, ma va bene così… anzi, è meglio!
Gli amanti del mondo di Tarantino, dallo sguardo cinefilo infallibile, non potranno non notare una simpatica comparsa a pellicola ormai conclusa.
VOTO: 4/5

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