È luogo comune che nessuno, neppure i migliori executive degli Studios hollywoodiani, abbiano la formula del film di successo. Ogni film e ogni progetto produttivo si portano dietro un certo margine di incertezza. Più gli investimenti crescono e si polarizzano su pochi titoli, e più quel margine di incertezza diventa pericoloso: i fallimenti di operazioni commerciali come John Carter e The Lone Ranger rischiano di mettere in ginocchio un’azienda. Come ridurre l’incertezza? Sequel, remake, supereroi. E James Wan.
James Wan ha diretto 6 film, di cui 5 horror (Saw, Dead Silence, Insidious, The Conjuring e Insidious 2). La somma dei budget di questi ultimi non arriva a 50 milioni, mentre gli incassi superano i 600 milioni. Grazie a Saw e Insidious, si è inoltre fatto la fama di “Mister 50 milioni”, ovvero la cifra che riesce a incassare negli Stati Uniti con un solo milione di dollari di budget, una cifra da cinema indie, e pure di fascia bassa.
E cosa fa James Wan che piace così tanto al pubblico (soprattutto il pubblico dei teenager, quello che alza l’asticella degli incassi)? Fa American Horror Stories, incarna la tradizione. Lavora di zoom e carrelli, più qualche piccolo dolly, negli spazi domestici: percorre scalinate e corridoi, entra ed esce dalle enormi stanze da letto delle vecchie villette coloniali che popolano i quartieri residenziali. Mostra poco, o niente, per quasi metà film: lascia crescere la tensione, si prende i suoi tempi. Preferisce l’effetto artigianale al digitale fatto e finito. Non c’è davvero niente in questo cinema che non sia lo studio di altro cinema, talento per il timing, amore per le giostre. È vero e proprio modernariato, come evidenzia anche tutto l’armamentario di maschere, bamboline, pizzi e gracchiante mobilia.
Tutto questo al servizio di un’idea, quasi una sola: ogni fobìa è legata alla perdita (o alla confusione) dell’identità, diventa subito panico.
Insidious 2 è quanto detto, con in più una buona gestione della storia: è un sequel vero. Parte dalla fine del primo film, con il papà che viene posseduto dallo spirito della donna velata e la sensitiva morta stecchita. E mette quindi in scena una famiglia in balìa di un genitore folle, indagando al contempo sulle origini della maledizione. Tanti flashback, un loop temporale perfettamente funzionante (che coinvolge anche il primo film), e diverse belle sequenze di pura suspence. Niente di più, niente di meno.
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Mi piace
James Wan sa quello che fa: ti prende per una manica ai titoli di testa, e non ti molla più fino ai titoli di cosa.
Non mi piace
Niente di nuovo sotto il sole. Ma proprio niente.
Consigliato a chi
Ama le case stregate, le possessioni, e tutto il modernariato horror.
Voto: 4/5
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