Di spy story, al cinema, se ne vedono di continuo. Senza scomodare Hitchcock – che fece da apripista al genere, così come lo intendiamo oggi – da anni siamo spettatori delle gesta di agenti segreti, con o senza licenza di uccidere, impegnati nel salvataggio del mondo (e generalmente di una partner sessuale). E in Operazione U.N.C.L.E, da questo punto di vista, non accade nulla di nuovo.
Siamo al culmine della guerra fredda, americani e russi si odiano più che mai, ma per sgominare un’organizzazione criminale decisa a costruire una bomba atomica l’agente della CIA Napoleon Solo (Henry Cavill) e quello del KGB Illya Kuryakin (Armie Hammer) sono costretti a collaborare. Per arrivare in cima alla piramide malavitosa hanno un solo aggancio: la figlia di uno scienziato tedesco scomparso, una (improbabile) meccanica della Berlino Est che ha le fattezze mozzafiato di Alicia Vikander.
Adattamento cinematografico della serie cult americana degli anni ’60 The Man From U.N.C.L.E, questa spy comedy griffata Guy Ritchie, intrattiene a meraviglia stando sempre due passi al di qua della parodia. Di Ritichie – che all’epoca della serie Tv era poco più che un bambino, e nonostante si distanzi dalla scrittura originale, è stato accolto positivamente dai fan – ritroviamo inoltre il montaggio ipercinetico, moltiplicato anche dall’utilizzo dello split screen.
L’alchimia tra i protagonisti maschili è resa ancora più spumeggiante dal divertente sottotesto queer, con l’algido russo e il marpione americano che bisticciano tutto il tempo, quasi fossero una coppia di anziani coniugi; ma a colpire è la ricostruzione d’epoca, che viaggia sul doppio binario panoramico e della messa in scena, con un’attenzione quasi maniacale ai dettagli, a partire dagli abiti della Vikander che meriterebbero un articolo a parte.
Regista e produzione seminano per tutto il film ingredienti che permetterebbero di dare inizio a un nuovo franchise ma l’operazione potrebbe essere messa in dubbio dagli scarsi risultati ottenuti finora al box office americano (poco più di 26 milioni a 10 giorni dall’uscita in sala). Se così fosse, sarebbe un vero peccato.
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Mi piace: La ricostruzione fedele degli anni ’60 di scenografie e messa in scena.