VOTO: Pompo nelle braccia, pompo, pompo, pompo, pompo, pompo nelle braccia
Non so che rapporto abbiate voi con l’esercizio fisico, ma il mio è pessimo. Sono stato iscritto più o meno a venti palestre diverse, ma nessuna è riuscita farmi superare il record imbattuto, 1 mese di frequenza. Ho attraversato le varie fasi, la prima (quella del “voglio solo il meglio”) consisteva nel cercare la migliore palestra su piazza, quella dove ti offrono il cocktail di benvenuto, tutti sono belli perfetti e rifatti tranne te, tutti hanno il macchinone e probabilmente la fanno profumata. Ci ho messo poco tempo a capire che tra la televisione sul tapis roulant e il centro benessere, l’ultima cosa che mi ricordavo di fare erano gli esercizi. Poi è arrivata la fase di rifiuto allo sfarzo preceduta da queste parole “adesso cerco quella meno cara, tanto serve solo la forza di volontà”, si si certo.. non avevo previsto l’acquisto di un kit disinfettante per avvicinarmi agli spogliatoi e un tappo antiodore. In media stat virtus, ma neanche i centri fitness normali mi hanno insegnato che sauna e bagno turco non sono sport. Insomma non è roba per me, e andare al cinema a vedere un film di super pompati mi mette la paura che una malsana idea di ri-iscrizione in palestra si impossessi di me. Meno male le menti “brillanti” di Pain & Gain: Muscoli e Denaro mi ricordano che “piuttosto meglio la pancia”.
Siamo a Miami negli anni ‘90 tra gli orrori delle camicie hawaiane, le canotte ed i costumi sgambati. Prima ancora che esistessero Real Time e programmi come “Grassi vs Magri” c’era Daniel Lugo (Mark Wahlberg – Ted). Daniel è un istruttore di fitness ossessionato dal realizzare il sogno americano, vuole diventare qualcuno a tutti i costi. Nonostante il pompato Lugo non sia proprio una scheggia e abbia dei precedenti penali, riesce a diventare il capo carismatico di due palloni gonfiati senza cervello (tranquilli, ha visto un sacco di film). Coinvolge lo steroidato Adrian Doorbal (Anthony Mackie – The Hurt Locker, The Avengers: Age of Ultron) e il credente violento Paul Doyle (Dwayne Johnson – Fast6, G.I. Joe: La vendetta) in un piano che consiste nel rapimento di un ricco cliente della palestra, Victor Shalhoub (Tony Shalhoub – quello a cui ricresce la faccia in Men in Black), per poi farsi trasferire tutti i suoi averi. Mentre l’ex investigatore Ed Dunois (Ed Harris – A Beautiful Mind, 40 Carati) si mette sulle loro tracce, le cose prendono una piega tra l’imbarazzante ed il ridicolo.
Non smetterò mai di condurre la mia battaglia personale contro la traduzione in italiano di titoli stranieri. Adesso voi mi dite come si può aggiungere “Muscoli e Denaro” a “Pain & Gain”, io capisco che non tutti conoscano l’inglese ma sant’Iddio (mi rivolgo a quello di twitter) non era il caso. Poteva andare anche peggio, all’inizio si vociferava un “Suda e Cresci”.
Detto questo, dietro ad un film del genere ci si potrebbe aspettare chiunque tranne lui, Mr. Transformers/Armageddon Michael Bay. Non che non sbagli mai, Sono il numero 4 ne è un esempio (Per adesso né il numero 5, né il 6 si sono fatti vivi), ma Pain & Gain serviva nel suo portfolio quanto sapere che la Chiabotto fa tanta plin plin.
La cosa più affascinante di questo lungometraggio, nonché motivo che ha spinto il regista a prendersi una pausa dai suoi soliti lavori, è la storia. Pain & Gain è tratto da una vicenda realmente accaduta e le azioni dei protagonisti sono talmente assurde che a ricordarne la veridicità, a metà film compare una scritta che recita a grandi linee “anche adesso è storia vera”.
Indubbiamente si riconosce la mano da regista esperto, ma Bay non è riuscito a trasporre questa storia incredibile né in modo interessante né divertente.
Un peccato specialmente per quello che considero un gran spreco di attori. Wahlberg conferma le sue grandi qualità (qui più in mood Ted piuttosto che The Fighter) ma la sensazione generale è che tutto il cast sia stato sfruttato male. The Rock, qui con una voce diversa dal solito (gli è stato affibbiato il doppiatore di Rob Corddry, anch’esso nel film…sono confuso), è noto per due grandi caratteristiche, la prestanza fisica e la vena comica. In Pain & Gain ha un ruolo da ebete che porello, non gli calza a pennello (rima, 10 punti al Grifondoro).
Anche attori come Rebel Wilson (Voices, The Wedding Party) e Johnny Wu (Il Chow di Una Notte da Leoni) sembrano un po’ abbandonati a se stessi.
Non è un disastro sia chiaro, ma non aspettatevi una commedia dove vi sbellicherete, piuttosto una “dramedy” farcita di qualche timido ghigno. Diventa anche difficile ridere su sequenze bizzarre quanto drammatiche se si pensa che sono realmente accadute (mi ha fatto un po’ l’effetto inquietudine di Sweeney Todd, Tim Burton 2007).
Potremmo riassumere in uno stupido che comanda degli stupidi per fare cose stupide (no, non è un film sui boy scout).
Due ore e dieci sono state un po’ difficili fino ai titoli di coda, ho patito meno il travaglio di Kate Middleton per il Royal Baby.
C’è di buono che siamo a luglio e dopo tutti quei muscoli e quelle pompatine, non sussiste il rischio di voler imitare iscrivendosi in palestra. Ora è il momento del “ci penserò a settembre”, rimandato anche il film.
COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)
-L’insalata è stata inventata dai poveracci
-Essere grassi è antipatriottico
-Come si fa ad avere la targa “Miami bitch” come per il jet? (vedi recensione Fast6)
-Fissa un obiettivo, fai un piano e muovi quel culo
-“Pioggia sulla piana africana” è molto meno volgare
-I neri sono rapper o atleti
-Il mio prossimo cane si chiamerà “Toast Farcito”
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