Serata dedicata alla visione del terzo capitolo del mockumentary per eccellenza Paranormal Activity, ho scelto di vederlo nonostante le critiche incalzanti perchè col secondo capitolo si era prospettato un aumento se pur minimo della qualità complessiva e quindi la speranza c’era.
Il cambio di regista, da Tod Williams ai due Henry Joost e Ariel Schulman a mio modesto parere non ha dato quel segnale di forte cambiamento, i due esordienti sulla cabina di regia non hanno fatto altro che emulare nel modo più sbagliato possibile il lavoro promettente fatto da Williams.
In più di un’occasione si è avuta l’impressione di rivedere lo stesso filone già visto in Paranormal Activity 2, la ripetitività in alcune scene è stata pressochè snervante, poche sono state le scene degne del genere horror, per lo più il pubblico in sala ha riso più che tremato, non un buon segno direi.
La storia aveva una buona continuità, ma non è stata supportata da quella realisticità che nei primi due capitoli un pò si percepiva, gli sceneggiatori, troppi per la verità, hanno fatto del loro meglio, era realmente difficile tirare fuori una storia degna di tale nome da questo film.
Il capitolo attori è letteralmente immutato rispetto ai precedenti due capitoli, sconosciuti per lo più e privi di drammaticità nelle scene madre del film, Lauren Bittner e Christopher Nicholas Smith non hanno tenuto il passo delle due mini attrici Chloe Csengery e Jessica Tyler Brown, un dato impietoso per i due “adulti”.
Capitolo paura:
Per un buon film dell’orrore come tutti sanno il grado di apprezzamento del pubblico sta nella quantità di salti dalla poltrona per lo spavento, in Paranormal Activity 3 i salti sono stati veramente pochi e troppo distanti gli uni dagli altri, anche se a dire la verità molto ben realizzati.
Nelle poche scene di reale terrore gli effetti speciali sono stati realizzati con una buona qualità nonostante il solito budget strimizzito messo a disposizione dalla Paramount.
Il sonoro come al solito ha fatto da controaltare alla pochezza di scene da urlo del film, già nei capitoli precedenti i suoni l’hanno fatta da padrona risultando le uniche vere armi a disposizione del film per spaventare le persone in sala, troppo poco per superare le aspettative.
In conclusione Paranormal Activity 3 ha fatto un enorme salto all’indietro rispetto al secondo capitolo sia dal punto di vista qualitativo sia da quello strettamente legato al brivido richiesto in un horror; non mi sento di consigliare la visione ai miei lettori a meno che, come me, hanno già visto i primi due capitoli e vogliono chiudere l’esperienza con questa trilogia vedendo tutto come è iniziato.