Paranormal Stories: la recensione di adamolavigna
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Paranormal Stories: la recensione di adamolavigna

Paranormal Stories: la recensione di adamolavigna

Un horror italiano nelle sale cinematografiche nel 2014 e’ di per se un miracolo. Se poi il prodotto in questione non fa cagare ma e’ valido il miracolo e’ doppio. Si perché Paranormal e’ un piccolo gioiello, costruito su 5 corti, 5 piccole fiabe nere slegate tra loro ma tenute insieme da un prologo e un epilogo in una struttura che rimanda a Creepshow e ai Racconti dello Zio Tibia ( Tales from the Crypt ). L’incipit e’ molto anni 80′, i genitori vanno a teatro e lasciano il figlio solo nella sua cameretta ( piena di iconografie e rimandi horror ) il quale decide di vedere dal suo pc proprio il dvd di Paramormal. Si infila sotto le coperte, con una copia di Dylan Dog sulle lenzuola ( più che un omaggio pare una chiave di lettura, infatti non siamo distanti come idea da un color fest dell’indagatore dell’incubo) e parte la visione dei 5 corti. Il primo, 17 Novembre, e’ di chiara matrice Kinghiana ( vedi lo scrittore isolato ) con un twist finale tutto sommato prevedibile. Poi tocca a Offline, Ghost story piena di tensione, con un fantasma presunto o tale che si manifesta tramite chat e webcam. Terzo corto La Medium, nel quale gli spiriti evocati dalla ciarlatana e imbonitrice di turno prendono forma ottenendo la propria vendetta. A seguire Fiaba di un mostro, straordinario omaggio al fulciano Non si sevizia un paperino, storia di Celeste, muto e malato di cuore, del suo amore per Gioia e delle tragiche conseguenze del vivere emarginato dal branco in un piccolo paese del Lazio. Chiude il cerchio Urla in collina, il corto migliore, storia di tre ragazze di un motel e di un inquietante figura che riappare dopo essere stata investita delle stesse, un survivor sospeso tra lo slasher di Non aprite quella porta e il POV ( vedi Rec ). Finiscono i corti, tornano i genitori in un finale Poltergeistiano che mescola brividi e tensione ed eterna lotta tra la voglia di crescere e quella di restare piccoli

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