Passengers: la recensione di ale5b
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Passengers: la recensione di ale5b

Passengers: la recensione di ale5b

Ci sono due chiavi di lettura per interpretare Passengers: la prima è godersene l’aspetto emotivo e sentimentale che ruota attorno alla storia di Jim (un ottimo Chris Pratt) prima, e al suo rapporto con Aurora (Jennifer Lawrence, mai cosi bella) poi. L’altro è “limitarsi” a giudicarlo come un thriller sci-fi imbastito di catastrofi, tensioni e altri modesti trucchetti di scena. E’ chiaro che l’intenzione di Morten Tyldum, reduce dall’eccellente The Imitation Game, sia quella di far combaciare i due generi in un unico risultato, con il rovescio della medaglia di poter rischiare di scivolare in una terra di mezzo che possa non accontentare tutti. Per fortuna c’è talmente tanta bellezza nella prima parentesi da far passare in secondo piano diverse leggerezze di sceneggiatura dell’altra.

Dove Passengers funziona in maniera sublime è proprio nel momento in cui Tyldum solletica le corde umane, giocando, forse con intenzioni secondarie, su una fobia spaventosa come la solitudine, mescolata all’immediata consapevolezza di una sopravvivenza inimmaginabile. E’ sulle spalle di queste basi che si erge una bellissima storia romance tra due protagonisti perduti e sconosciuti, l’esatto opposto di due attori concreti e piacevolmente affiati. Se la Lawrence non deve già più dimostrare niente, o quasi, Chris Pratt stupisce per presenza scenica e intrattenimento, caricandosi sulle spalle tutta una prima parte di film fatta di espressioni che trainano sequenze tutt’altro che sedimentarie.

Passenger si presenta in una veste, ma ne assume ben presto un’altra completamente diversa. Partendo da una situazione drammatica, il risveglio della capsula di Jim durante un viaggio interplanetario dalla Terra a una nuova colonia abitabile, a causa di un’anomalia all’astronave, Tyldum sfocia in un pirotecnico abuso del dubbio umano, mettendo nelle mani di una figura già di per sè fragile, il gigantesco e scomodo potere di poter gestire la vita altrui. Comprensione e immoralità cozzano tra loro mentre Jim e Aurora danno vita a un insieme perfetto, una storia d’amore vecchio stile su uno sfondo inusuale, scandita da forti scene passionali e frasi ad effetto, in barba a un destino crudele e beffardo. Un’escalation intima meravigliosa, un riprendersi ciò che era ormai perso, lottando contro una rassegnazione da brivido. Fino all’inevitabile scoppio, il momento clou di un film che riesce sempre a mantenere un’ autenticità palpabile, questa volta per merito della Lawrence, bravissima quando si tratta di confondere lo spettatore tra il condividere oppure giudicare la scelta di Jim.

Basterebbe la loro magnifica interpretazione per definire Passengers una sceneggiatura più che interessante, e forse ne sarebbe stata la sua fortuna. Perseverare su un cliché di fantascienza, privo della stessa intensità, spezza il film in due parti, lasciando che l’evolversi della storia, salvare il resto dei passeggeri dormienti dall’imminente distruzione dell’astronave, diventi una specie di terzo incomodo che disturba una bella favola. Tra piccole “distrazioni” e numerosi riferimenti (Aurora, la Bella Addormentata, è solo il più eclatante), di Passengers resta comunque un’opinione più che positiva. Un bellissimo vestito double face che calza a pennello sia a chi cerca un’avventura, sia a chi ha voglia di lasciarsi sorprendere da una storia d’amore profonda e ben recitata.

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