Passengers: la recensione di Mauro Lanari
telegram

Passengers: la recensione di Mauro Lanari

Passengers: la recensione di Mauro Lanari

M’aspettavo di peggio. Stroncato dalla critica (Rotten Tomatoes: 5/10; Metacritic: 41%: AllMovie: 1.5/5), in effetti è un chick flick alla “Titanic” e per questo apprezzato dal pubblico (IMDb: 7.1/10), è l’opera cinematografica peggiore di Tyldum, regista ch’appena due anni fa s’era fatto apprezzare per “The Imitation Game”, ed è una storia che sembra girar’attorno a un dilemm’etico poi spazzato via quanto l’alzata di spalle da parte di Fishburne. Però in almen’un paio di scene gl’effett’in CGI hanno lo spessore d’un coprotagonista, altrimenti si sarebbe patita l’angustia del “dramma da camera”, il vituperato “tinellismo” di troppo cinem’italiano. Fuoco di fila citazionista: “Cast Away”, “Lost in Space”, “Sunshine”, il Kubrick di “2001” ibridato coi problemi di coppia alla “EWS” e ancor prima “Shining” (il barman dell’Overlook Hotel), il valzer del “Danubio blu” (qui la “suite Vienna”) che stavolta si conclude con un lieto fine (cioè: per morire muoiono, però da comuni mortali e alla gente tanto basta). La Lawrence s’atteggia da sex symbol ed è l’aspetto più fantascientifico del film: gl’occhi truccati pure dentro la capsula d’ibernazione e ai piedi zeppe o tacco 12. Eppure scorre tranquillo, poche reali pretese e l’obiettivo d’intrattenere senz’impegno viene centrato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA