Passione sinistra: la recensione di Andrea Facchin
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Passione sinistra: la recensione di Andrea Facchin

Passione sinistra: la recensione di Andrea Facchin

Nina (Valentina Lodovini) è una giovane blogger che, per dirla con parole sue, «è cresciuta a pane e politica»: piena di ideali, è una ragazza di sinistra che sogna di contribuire a rendere il mondo un posto migliore. Ha uno stile che è un mix tra l’alternativo e il casual-chic ed è fidanzata con Bernardo (Vinicio Marchioni), uno scrittore che aspetta ancora di sfondare e venderebbe l’anima al diavolo più di essere ospitato in trasmissione da Fabio Fazio. Quando decide di mettere in vendita la lussuosissima villa sul mare lasciatale in eredità dal padre defunto – per poi donare il ricavato in beneficenza – Nina incontra Giulio (Alessandro Preziosi), interessato ad acquistare l’immobile. Erede di una famiglia di industriali, l’uomo rappresenta tutto ciò che Nina ha sempre detestato: è snob, arrogante, conservatore, fidanzato con la biondissima e frivola Simonetta (la modella Eva Riccobono) e, soprattutto, di destra. Tra i due è odio a prima vista, ma a poco a poco, il loro incontro-scontro si trasforma in qualcosa di più profondo, sconvolgendo gli equilibri delle rispettive relazioni, stabili solo all’apparenza.

Marco Ponti, regista di Santa Maradona e A/R andata e ritorno (nonché sceneggiatore di L’uomo perfetto e Cardiofitness) firma una commedia ispirata al romanzo Una passione sinistra di Chiara Gamberale, in cui venature romantiche e politiche si intrecciano come le due coppie protagoniste. Da una parte vige il sacro principio che in amore non ci sono regole, e l’attrazione può essere più forte di qualsiasi pregiudizio; dall’altro si cerca di esplorare in tono ironico l’eterno conflitto tra le ideologie che da sempre caratterizzano il contesto politico del nostro Paese: partendo dalla cover della famosa canzone di Giorgio Gaber cantata da Marco Mengoni nei titoli di testa, destra e sinistra qui vengono viste come due ali estreme della stessa tifoseria, i cui membri si affrontano attraverso il serrato confronto tra  atteggiamenti e valori codificati.

La leggerezza che caratterizza l’intero film, però, presto si trasforma in superficialità. Alcune situazioni chiave finiscono per essere risolte in modo troppo sbrigativo o non vengono minimamente approfondite (vedi il difficile rapporto tra Nina e il suo defunto padre) e la relazione tra i due protagonisti perde di credibilità: il continuo insistere sulla loro lontananza, caratteriale e sociale, si rivela infatti un’arma a doppio taglio, perché per quanto gli opposti si attraggano, non si capisce quale sia il reale punto di contatto che li lega. L’attenzione tende così a spostarsi sulle sottotrame della storia, tra cui spicca l’avventura di Andrea Splendore, aspirante futuro sindaco di Roma (interpretato da Glenn Blackhall) che ha costruito tutta la sua campagna sullo slogan «siamo con i giovani, il bio e la rete», ripetuto come una sorta di mantra. I suoi siparietti con i componenti del suo team sono tra i momenti migliori della pellicola, che seppur molto attenta alla forma, grazie all’utilizzo frequente, soprattutto nella prima parte, di split screen e scritte in sovraimpressione, manca troppo in contenuti.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace
L’idea di raccontare l’Italia di oggi e immaginare quella che verrà attraverso una commedia fresca e ironica.

Non mi piace
La troppa superficialità nell’affrontare gli snodi fondamentali.

Consigliato a chi
Ha sempre creduto che l’amore vinca sopra ogni cosa.

Voto: 2/5

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