Sbarca in sala con una potenza da Armageddon per una commedia italica (ben 600 copie) Pazze di me, l’ultima opera di Fausto Brizzi, che sembra non stancarsi mai della coralità e che anche in questa occasione ci propone un ensemble variopinto (di femmine folli). Brizzi non si sposta dai suoi temi cari e così torna a investigare le dinamiche tra uomo e donna con il racconto di un unico maschio alle prese con un gineceo molto scombinato. Un soggetto sviluppato dall’inossidabile coppia Brizzi-Martani, ma con l’apporto della scrittrice di bestseller rosa Federica Bosco per sventare (queste le intenzioni dichiarate del regista) qualsiasi ombra di misoginia.
Così nasce Pazze di me, dove il “me” è una sorta di brutto anatroccolo, il “solito idiota” Francesco Mandelli (alla sua prima prova da protagonista assoluto con un Biggio cameizzato), soggiogato da una madre-sergente (Loretta Goggi), una nonna rimbambita (Lucia Poli), una badante pigra e poco deferente (Paola Minaccioni) e un terzetto di sorelle ingestibili, ribattezzate “la svampita, la zo***la e la depressa” (Marina Rocco, Claudia Zanella e Chiara Francini).
Che il capofamiglia (un Flavio Insinna mesto e un po’ troppo sincero) se la sia filata sbolognando la patata bollente al figlio lo scopriamo dai primi secondi del film. «E ora sono ca**i tuoi» gli dice sbattendogli la porta in faccia a soli cinque anni. Il resto della vicenda scorre via in modo molto leggero tra sipari comici, equivoci e bugie.
Se già il tipico maschio italiano è affetto da “mammonismo” pervicace, figuriamoci quanto possa diventare claustrofobica la vita di un poveraccio che debba continuamente tamponare i disastri di tutte le sue donne (fidanzati dimenticati per la strada, nonne disperse, spose abbandonate sull’altare…) e quanto fallimentari possano diventare le sue relazioni sentimentali ogniqualvolta le sue fidanzate entrano in contatto con le femmine di casa (tra cui la bella Valeria Bilello, passata da veejay ad attrice con Happy Family, ex e ora grande amica di Mandelli).
Lo spunto narrativo di partenza – un uomo alle prese con sei donne instabili emotivamente – ha ambizioni da commedia sofisticata americana, ma risulta molto italiano nella sua comicità episodica e viscerale, sostenuta da interpreti femminili brillanti (la Goggi e la Minaccioni su tutte, ma anche la “sposa cadavere” Chiara Francini).
Il film piacerà molto ai fan di Brizzi, perché vi si ritrovano le note romantiche alla Notte prima degli esami, la coralità alla Maschi contro femmine e Femmine contro maschi e il tono nostalgico di Ex, e agli entusiasti della commedia degli equivoci tipicamente nostrana. La gavetta fatta da Brizzi e Martani alla corte cinepanettonara di Neri Parenti traspare visibilmente nella presenza massiccia di gag che scandiscono il ritmo e nella scelta di attori sempre nuovi presi dal mondo televisivo o cinematografico, molto simpatici al pubblico. Ma soprattutto al regista, che ama circondarsi di amici o miti personali a cui regala piccoli ruoli e camei a sorpresa. Tra gli altri segnaliamo Gioele Dix, Alessandro Tiberi, Maurizio Micheli ed Edy Angelillo.
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Mi piace: il soggetto brillante da commedia americana.
Non mi piace: la presenza eccessiva di gag ed equivoci.
Consigliato a chi: ai fan di Brizzi e della commedia italiana
VOTO: 3/5
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