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Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di Dona

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di Dona

Vado a vedere il quarto capitolo di “Pirati dei Caraibi” perché ho visto i precedenti 3 e non lascio mai le saghe “a metà”. Vado piena di dubbi e perplessità sulla buona riuscita di questo film, dato che gli ultimi due non mi avevano entusiasmata più di tanto. Penso: “Beh una nuova regia; quelli che erano due personaggi da me non particolarmente amati tagliati fuori dal film; la grande certezza quale è Johnny Depp ancora lì e per giunta in coppia con una splendida Penelope Cruz: forse in fin dei conti non sarà tanto male!!”. Ma non ci metto la mano sul fuoco ed entro comunque in sala non molto convinta.
Il film inizia e attendo impaziente la prima apparizione di Capitan Jack Sparrow: eccolo!! Sorprende e suscita il riso già alla prima inquadratura, nei panni inconsueti di un (falso) giudice. Ed ancora una volta lo spettatore rimane affascinato da un Johnny Depp cui sembra sia stato cucito addosso il ruolo di Sparrow, come se non avesse fatto altro tutta la vita, come se fosse nato per interpretare il pirata “barcollante”.
C’è poi la meravigliosa Penelope Cruz che sembra perfettamente a suo agio nei panni di Angelica, e credo che al fianco di Depp in questo ruolo non avrebbero potuto mettere attrice più azzeccata: la coppia è affiatata, forse merito della precedente collaborazione, risalente a molti anni fa (vedi “Blow), e insieme divertono.
Ovvio che senza Jack Sparrow il film non avrebbe avuto lo stesso sapore: la sua presenza rende divertenti anche quelle che dovrebbero essere le scene più “cupe”. Persino Barbanera, a modo suo, suscita il riso nello spettatore; che sia anche questo merito di Depp?
Poi c’è ovviamente Barbossa, che inizialmente appare diverso rispetto agli altri film, ma a poco a poco torna ad essere quello di sempre. Ed anche lui indubbiamente diverte.
Il nuovo personaggio, Philip, interpretato da Sam Claflin, lascia un po’ il tempo che trova e sembra essere stato messo lì come per “sostituire” il belloccio mancante, Orlando Bloom.
Peccato per l’apparizione troppo breve di Keith Richards. Ma non è questa l’unica “pecca” del film. Ci sono alcuni grandi assenti in questa pellicola: in primis il rum!! Non vedere Sparrow che tracanna continuamente la sua adorata bevanda è mancato molto. L’altra grande assente è ovviamente la Perla Nera, con scimmietta al seguito che vediamo solo due volte in versione “ridotta”. Si sente poco, invece, la mancanza di William Turner e della sua amata Elizabeth Swan.
Punto a sfavore del film sicuramente le sirene: perché renderle così simili a dei vampiri? Ma si sa, la febbre del vampiro ha ormai invaso il cinema degli ultimi tempi.
Tutti sembrano avere un unico obiettivo comune: la Fonte della Giovinezza. Ma il film anche in questo senso sorprende lo spettatore.
In conclusione, è stato decisamente un film sorprendentemente piacevole e divertente; sicuramente migliore dei precedenti due. “La Maledizione della Prima Luna” resta comunque assolutamente imbattibile.

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