Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di francesco.vellani
telegram

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di francesco.vellani

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di francesco.vellani

Squadra che vince non si cambia (o quasi).
Dopo una trilogia ben riuscita che ha racimolato milioni e milioni in giro per il mondo ecco che quel geniaccio di Bruckheimer, dopo avere perso vecchio regista (Verbinski…che ci abbia visto lungo?) e parte del precedente cast ( la Knightley ainoi!), ritenta il colpaccio e produce l’ennesimo, posticcio e banalotto sequel dei sequel (di una nuova futura trilogia).
Sei i primi 3 capitoli posso dirsi riusciti, avvincenti e capaci di attrarre un pubblico misto innalzando i toni (sempre nei limiti dei ratings), di questo “Oltre i confini del mare” non si può dire esattamente lo stesso; ci si trova d’innanzi ad un capitolo quasi a sè, più opaco e prolisso dei precedenti.
Premetto, il prodotto è valido per un intrattenimento leggero ma quando alle spalle hai capitoli come i precedenti il confronto non può che essere naturale e sotto questo punto di vista la scommessa può dirsi “persa” (qualitativamente parlando, da un punto di vista monetario sarà un successone, Depp docet); la pellicola non ha particolari colpe, d’altronde il cast è di buon livello (un sempre bravo Rush, inimitabile Depp ma è Barbanera molto spesso a rubare la scena mentre la Cruz è l’unica nota stonata, completamente fuori ruolo […Knightley regna]) e la regia non deve compiere salti mortali particolari in quanto sorretta da ottimi effetti visivi e dalla solita, maestosa colonna sonora made in Zimmer.
Quello che non fila in questo nuovo episodio e la sceneggiatura/storia, decisamente poco orginale (eccezion fatta per l’ottima rappresentazione delle fetta di storia con le sirene assassine) e troppo sfilacciata verso il finale (personaggi che entrano ed escono da un “portale” magico senza particolari spiegazioni, risoluzione rapida del duello finale) non creando il giusto pathos nello spettatore.
Ci si diverte, si sorride a vedere il (solito) Jack Sparrow e si rimane positivamente colpiti dalla rappresentazione di navi, paesaggi e combattimenti (per terra o per mare che sia) ma non ci si affezziona del tutto alla storia; Ok, il Capitano è il Capitano ma, tolto lui, il circondario non convince quindi o si è fan sfegatate di J. Depp o si attenderà di vedere la fine con un pò “impazienza” tra un sorrisetto e sensi di déjà vu.
Il soldoni questo capitolo, che a ben pensarci può considerarsi tranquillamente uno “spin-off” della saga (salvo alcuni dettagli, ovviamente), lascia un pò delusi.
Portateci i figlioletti piccoli o le fan del bel Sparrow ma, vecchi fan della precedente saga, non aspettatevi più di tanto perchè rimarrete a bocca asciutta.
Il 3D? facciamoci una risata che è meglio.

Promosso con riserva.

© RIPRODUZIONE RISERVATA