Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di Parker85
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Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di Parker85

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare: la recensione di Parker85

Non posso ke essere inevitabilmente d’accordo col giudizio di lele_16 perchè è evidente che ci troviamo al cospetto di un film povero, un quarto capitolo pretestuosamente costruito con tutta probabilità per meri fini commerciali dato che sicuramente la Diney sa che, a prescindere dalla qualità del film, un certo livello di incasso sarà comunque assicurato; un lungometraggio che pecca di ripetitività e che risente di originalità, a cui mancan quello smalto e quella freschezza che, a prescindere dai soggettivi giudizi positivi o negativi che hanno accompagnato gli ultimi 2 capitoli, comunque aveva contraddistinto la trilogia (per me rimane tale), una trilogia che ha già sparato tutti i suoi colpi migliori fino ad esaurire le munizioni, è il caso di dirlo, visto che in tutto il film non vola un solo colpo di cannone…
Niente inseguimenti tra galeoni, vascelli, navi ammiraglie o comunque imbarcazioni di qualsiasi tipo, niente abbordaggi, trovate sterili come quella dell’ introduzione delle sirene (rappresentate malissimo, più che sirene paiono vampiri d’acqua) o insensate come i marinai zombificati (per effetto di cosa? magia nera? rituali oscuri? droga? viagra?) e il potere di controllare la nave che la spada di Barbanera gli conferisce (uno si aspetta un minimo di argomentazione che possa rendere plausibile la cosa…) e a proposito di Barbanera: una nemesi assolutamente incolore ed insapore, incapace di competere con i livelli di perfidia che ha caratterizzato Davy Jones nei precedenti due o con lo spessore scenico che contraddistigueva Barbossa nel primo (e, finora, migliore) capitolo.

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