Entro in sala scettica. I trailer annunciano un bel film, insomma Jack Sparrow e i Pirati dei Caraibi ormai sono una certezza di successo al botteghino e di soddisfazione degli spettatori. Ma sinceramente tra me penso “Dopo le spettacolarità del Forziere Fantasma e de Ai Confini del Mondo (vedi cracken, ciurma maledetta di Davy Jones e maelstrom)come potrà questo film superare gli altri? Come potrà Rob Marshall essere all’altezza di Gore Verbinski?”.
E, invece, il film ti sorprende facendoti sorridere fin dalle prime scene (nonostante il breve spavento della primissima scena). Il ritmo è incalzante e divertente. In ogni luogo in cui si trovi il nostro amato Capitan Jack Sparrow c’è ironia e battutine anche nei momenti più tragici, anche di fronte al perfido e malvagio Barbanera, e soprattutto alle prese con Angelica, la meravigliosa Penelope Cruz, l’unica donna per la quale Jack abbia mai provato “gradimento”.
La cattiveria è innata in Barbanera, il nuovo villain interpretato da Ian McShane. Ma molto di più spaventano le sirene, creature bellissime ma letali (con denti da vampiro che richiamano un po’ le mode letterarie e cinematografiche di oggi, a mio dire) che volendo distruggono una nave anche meglio del cracken.
Il nuovo Barbossa sembra semplicemente ridicolo all’inizio ma poi si rivelerà per quel che è sempre stato.
Tutti cercano la Fonte della Giovinezza. Chi la troverà? Evito gli spoiler più succosi. Sappiate solo che l’unica delusione è non poter vedere la Perla Nera in azione. Alla fine Marshall è stato all’altezza, il film è decisamente piacevole e meno pesante dei due precedenti, quasi quasi all’altezza del primo (comunque inarrivabile).
Ylenia da Mussolente (VI)