Stupore e meraviglia. Rango ci fa venire voglia di gridare al miracolo. Opera prima della Industrial Light & Magic di Gorge Lucas nel mondo dei cartoon ed è subito gloria. Dirige Gore Verbinski, Johnny Depp ci mette voce e cuore ed il premio Oscar John Logan scrive. Premiata intuizione quella di non usare lo stancante 3D. Pixar e Dreamworks già tremano davanti a questo camaleonte da compagnia stralunato e disperato, che dopo una vita chiuso in una teca, si ritrova scaraventato nel deserto del Mojave ed inizia un’odissea da selvaggio west che avrebbe fatto rabbrividire di gioia Sergio Leone. Le citazioni sono infinite (Chinatown, Apocalipse now, Mezzogiorno di fuoco…), e il nostro non-eroe compie il suo psichedelico, ma non troppo, viaggio lungo la frontiera assolata, fino a Polvere, cittadina il cui nome à una profezia. Serpenti, cani della prateria, tartarughe, lucertole, il mondo variegato di Polvere lo eleggerà sceriffo e Rango, seguito da un coro di gufi mariachi, si improvviserà eroe. Questo è un film che mette gioia. Questo è un film che culla l’anima. Siamo felicemente sorpresi di come il cinema sappia ancora stupire. Fantasie di colori e di forme danzano davanti a noi in armoniosa anarchia, mentre, in qualche modo, ci sembra che il mondo sia un pò più bello. Applausi a Rango ed alla deliziosa sorpresa che rappresenta. Da vedere col cuore, la mente e gli occhi. (scritto anche su CinematraBlog)
© RIPRODUZIONE RISERVATA