Prima di cominciare, una premessa: non è stata una mia idea quella di andare a guardare questo film, è stato l’amico che è stato con me in sala a convincermi. Già perché prima di cominciare con la visione di Real Steel, la mia opinione sul film è stata la seguente: “Mah, sarà l’ennesimo Kolossal action Hollywodiano, divertente e fracassone ma presto dimenticabile”. All’uscita della sala invece quello che ho pensato è stato: “Wow, gran bel film!” Già, perché è proprio di questo che si tratta, di un gran bel film.
Non ho avuto l’occasione di leggere il racconto da cui è tratta la storia, quindi non farò paragoni con la trasposizione cinematografica, mi limiterò solo a parlare di quest’ultima.
La storia è ambientata in un futuro non molto lontano (nel 2020, per la precisione), in una realtà dove nella Boxe i vecchi lottatori umani di una volta sono stati rimpiazzati da immensi robot da combattimento comandati a distanza tramite apposite interfacce o per commando vocale. In questa realtà troviamo Charlie, un ex-campione di pugilato, ora “pilota” di robot, caduto in disgrazia e assediato dai creditori, che cerca di andare avanti a fatica con i combattimenti clandestini. L’occasione per una svolta gli arriverà quando si ritroverà suo malgrado a dover prendersi cura per un breve periodo del figlio Max che non ha mai riconosciuto, divenuto orfano di madre.
Nel corso della loro difficile convivenza metteranno le mani su un vecchio robot trovato in discarica che una volta riparato e addestrato si rivelerà davvero una scommessa vincente per i due, tanto da farli arrivare fino ai campionati mondiali.
Trovare dei difetti in questo film mi riesce difficile. Persino l’abusato cliché dei conflitti padre/figlio funzionano alla grande, merito degli originalissimi e realistici dialoghi tra i due personaggi, che durante i loro numerosi battibecchi riescono a strappare una risata in più di un’occasione. A parte questo, ciò che tutti ci aspettiamo di vedere nel film sono i combattimenti tra i robotoni, e sono davvero felice di dire non solo che sono numerosi (e rumorosi), ma che sono inscenati davvero in modo eccellente, senza essere mai ripetitivi e lunghi quanto basta per intrattenere lo spettatore.
La scenografia funziona molto bene, e anche se in alcune occasioni ricorre agli inevitabili cliché come quello già citato del difficile rapporto tra genitore e figlio, alla fin fine risulta originale e fresca, soprattutto alla fine dell’ultimo combattimento, quello tra Atom (il nome del robot dei Nostri) e Zeus (l’attuale detentore del titolo mondile), che ci regala un colpo di scena davvero inaspettato e realistico.
Molto bravi anche i due attori protagonisti, il fu’ “Wolverine” Hugh Jackman, nel ruolo di Charlie, e il suo giovane figlio Max, interpretato da Dakota Goyo, che con le sue mosse di danza eseguite insieme al robot Atom valgono già da sole la visione della pellicola.
Consigliato sia agli amanti dell’action più puro e fracassone sia a coloro che desiderano commuoversi ed emozionarsi durante la visione del film!