Real Steel: la recensione di Frenck Coppola
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Real Steel: la recensione di Frenck Coppola

Real Steel: la recensione di Frenck Coppola

Appuntamento del lunedi di cinema con la visione quest’oggi di Real Steel, il nuovissimo fantascientifico lavoro di Shawn Levy, a dire la verità la scelta di questo film è stata avvalorata dalla presenza nel cast di un certo Hugh Jackman e da un trailer veramente da mozzare il fiato, un mix molto interessante che non ha fatto altro che trascinarmi al cinema.
Uno dei punti interrogativi di Real Steel era il curriculum del regista Shawn Levy, uno che della commedia ha fatto la storia con titoli come Una Notte al Museo o La Pantera Rosa, alla guida di un film incentrato sulla boxe futuristica non ce lo vedevo ed in effetti…
Purtroppo nel film Shawn ha piazzato comicità un pò qua e un pò la facendo perdere molto il contatto con la rudezza dello sport in se, in certe occasioni addirittura snervante la sua voglia di tendere al comico.
Per il resto Shawn si è affidato ad un format molto ben collaudato, negli ultimi anni infatti i film incentrati sulla boxe hanno dato sempre ottimi risultati, ma lui si è focalizzato su un film in particolare “Rocky” ed in certe scene sembrava per l’appunto di rivedere Sylvester Stallone contro Ivan Drago (Dolph Lundgren).
Rocky non è stato l’unico film da cui Shawn sembra aver preso liberamente spunto, un altro classico di Sylvester Stallone è infatti stato intaccato, parlo ovviamente di Over the Top, la storia tra padre-figlio sembra a volte troppo simile a quella vissuta in Real Steel.
Il cast aveva in se molti punti a favore e tanti contro, Hugh Jackman oramai affermata star di Hollywood ha dato ancora una volta sfoggio della sua fisicità con una qualità recitativa troppo elevata per un film solo incentrato sull’intrattenimento.
Evangeline Lilly ha fatto un bel salto dall’isola di Lost al grande schermo con Real Steel, il suo talento è indiscusso, ma probabilmente il suo ruolo qui è sembrato troppo piccolo e privo di profondità per carpirne le qualità.
Un incredibile plauso invece va al piccolo co-protagonista di Hugh, vale a dire Dakota Goyo, per uno che ha iniziato la sua brevissima carriera interpretando un piccolo Thor lo scorso anno con pochi minuti a disposizione è una grandissima prova e lui la supera senza problemi, bravo.
Il resto del cast sembra essere completamente pescato al supermercato eccezion fatta per Kevin Durand, la sua parte non gli rende giustizia rendendolo soltanto un’antipatica canaglia.
Gli effetti speciali sono quelli dei grandi blockbusters, effetti come quelli in Transformers e Terminator Salvation non sembrano tanto lontani nonostante il budget non fosse lo stesso, i combattimenti in certe occasioni sono talmente realistici da rendere molto meglio di certi film con attori veri.
Bella la scelta della colonna sonora e dei momenti in cui utilizzarla, molti dei momenti cruciali del film sono farciti da musiche e suoni che sprigionano adrenalina pura, ciò che ogni film sulla boxe ha bisogno per attaccare il pubblico alla visione.
In conclusione penso che Real Steel abbia molti buchi artistici, si va dalla originalità che manca del tutto alla scelta di un regista troppo legato alle commedie, ma in compenso rende molto dal punto di vista dell’intrattenimento ed è questo che alla fine conta, consiglio ai miei lettori la visione del film senza problemi.

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