9 Perfetti Sconosciuti: benvenuti alla Tranquillum House. La recensione dei primi episodi
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9 Perfetti Sconosciuti: benvenuti alla Tranquillum House. La recensione dei primi episodi

Dai primi episodi, la serie con Nicole Kidman e Michael Shannon si divide tra un'anima thriller ed una prettamente drammatica

9 Perfetti Sconosciuti: benvenuti alla Tranquillum House. La recensione dei primi episodi

Dai primi episodi, la serie con Nicole Kidman e Michael Shannon si divide tra un'anima thriller ed una prettamente drammatica

9 perfetti sconosciuti
PANORAMICA
Regia (3)
Sceneggiatura (3.5)
Interpretazioni (4)
Fotografia (3.5)
Montaggio (3)
Colonna sonora (3)

9 Perfetti Sconosciuti – in uscita dal 20 agosto con cadenza settimanale su Amazon Prime Video – segna la terza collaborazione tra lo sceneggiatore David E. Kelley e Nicole Kidman dopo Big Little Lies (anche questa adattata da un romanzo di Liane Moriarty) e The Undoing.

L’impianto narrativo alla base è agathachristiano: 9 personaggi, ognuno pensato per riempire una specifica casella del campionario umano, si ritrovano per 10 giorni nell’esclusivissimo centro benessere Tranquillum House, gestito dalla misteriosa e messianica russa Masha (Nicole Kidman). Con un aspetto da santona e dosando accuratamente ogni parola affinché risuoni pregnante, è lei stessa a promettere agli ospiti una rinascita spirituale che dovrà per forza di cose passare prima da dolore, tortura e morte.

L’utilizzo di parole così oscure alimenta, nel primo episodio, l’idea che 9 Perfetti Sconosciuti voglia navigare nelle acque doviziosamente mappate dalla Regina del Giallo: personaggi sconosciuti tra loro in un luogo isolato è la premessa di un locked-room mystery (i “misteri della stanza chiusa dall’interno”) à la Dieci Piccoli Indiani. Queste immediate vibrazioni, complice l’ambientazione in una lussuosa spa, portano a pensare anche a La Cura del Benessere di Gore Verbinski, altra storia in cui sotto l’apparente perfezione del centro si nascondono indicibili orrori.

Ben presto, però, David E. Kelley mette da parte la componente thriller: il senso di inquietudine lascia il passo all’introspezione dei vari personaggi, uniti da un dolore cronico che cercano di reprimere – su tutti il padre di famiglia interpretato da Michael Shannon, sempre forzatamente allegro anche se alle prese con la morte del figlio suicida. 9 Perfetti Sconosciuti in questo senso ha molto più in comune con la mini serie Maniac di Joji Fukunaga per l’attenzione dedicata ad un vissuto traumatico e alla sua risoluzione.

A condurci in questa alternanza di generi che intriga ma può risultare anche straniante, ci pensa un cast di spessore: assieme alla Kidman e al citato Shannon, fanno parte del gruppo anche Melissa McCarthy (nei panni di una scrittrice simile per caparbietà alla sua Lee Israel di Copia Originale), Luke Evans, Samara Weaving e Bobby Carnevale.

Il giudizio finale passerà molto da quale anima si scegliere di seguire, se quella thriller o quella drammatica: gli elementi per ricavarne una serie di successo, al netto di una narrazione finora un po’ troppo lineare, ci sono tutti. Come richiesto da Masha, bisognerà affidarsi anima e corpo alla Tranquillum House per sperimentarne i tanto promessi benefici. 

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