L’ultima novità nel mondo dello streaming è l’uscita su Netflix di Day Shift, nuova commedia d’azione con un cast di primo livello ed una intrigante idea di base – malamente sprecata nella sua realizzazione. L’ennesimo tentativo della piattaforma di sfondare con un cinema popolare di genere è ancora una volta un buco nell’acqua.
Dopo averci provato con gli zombie, gli orchi, i superpoteri e i viaggi nel tempo, questa volta Netflix punta al bersaglio grosso: i vampiri, gli esseri mitologici e folcloristici più rappresentativi del cinema di creature dalla nascita della settima arte ad oggi. Day Shift ci mostra i signori della notte come non li abbiamo mai visti prima: come impresari edili in California…
Il protagonista è Bud Jablonski, esperto ma chiassoso cacciatore di vampiri interpretato da Jamie Foxx e sul punto di perdere la sua famiglia: per evitare che accada, deve tirare su parecchi soldi in pochi giorni facendo quello che sa fare meglio, ovvero scovare e uccidere vampiri nella San Fernando Valley. Per farlo, tenta di tornare nelle grazie dell’Unione, un’agenzia di cacciatori dalla quale è stato bandito proprio a causa della sua esuberanza. I suoi dilemmi economici e familiari si scontrano con le brame di potere di Audrey San Fernando (Karla Souza, How to Get Away with Murder), vampira millenaria intenzionata a riprendersi tutta la Valle grazie alla sua impresa edile e immobiliare e ad una crema solare che permette ai vampiri di sopportare la luce del giorno.
Nelle intenzioni, Day Shift vuole essere un nuovo buddy movie che strizza potentemente l’occhio a Men in Black e altri film “procedurali” in cui viene mescolata azione e fantasia: come nella celebre saga cult iniziata a fine anni ’90 (o film come R.I.P.D), anche qui lo scontro con le creature viene visto attraverso la lente burocratica di un’organizzazione fatta di regole, contabilità e una maniera impiegatizia di vivere il lavoro. Bud non è Van Helsing: è un libero professionista che punta alla copertura sanitaria che solo un impiego stabile può offrire.
Stabilito il genere, il resto degli elementi è facilmente prevedibile: c’è un leggendario collega che lo aiuta nella sua missione (Snoop Dogg), il novellino impaurito che lo affianca sul campo per la prima volta (Dave Franco) e una minaccia imprevista che mette in pericolo non solo il suo futuro ma anche la sua famiglia, il motore delle azioni del protagonista. Tutti elementi classici ed archetipici che potevano dare come risultato un film semplice, lontano da interessi rivoluzionari e comunque godibile, eppure…
Eppure Day Shift è l’ennesimo fallimento di Netflix, che sia come produttore che come distributore non riesce a ottenere gli stessi risultati che invece gli riescono meglio nel campo della serialità. Al netto di un approccio all’azione divertente (ma nulla di mai visto), una volta fornite le coordinate di base – chi sono i vampiri, quanti tipi ce ne sono, come sono organizzati – Day Shift parte per la tangente e si aprono voragini di senso logico e narrativo.
Va sicuramente approcciato con semplicità, ma anche partendo da questo presupposto arriva a richiedere una sospensione della credibilità interna ai suoi stessi meccanismi esagerata. Dalla figlia che assiste senza battere ciglio ad un inseguimento d’auto per tutta la valle con tanto di esplosioni e spari a un nemico con motivazioni inesistenti dietro ai propri piani, il top (del flop) lo si raggiunge in un tripudio al negativo di sceneggiatura, regia e montaggio: il villain piantato per 20-30 minuti nella stessa posizione, senza fare niente che aspettare che il resto del film arrivi al suo momento. E ancora: perché preoccuparsi delle sorti dei personaggi in pericolo e della “terribile” trasformazione in vampiro, se neppure i protagonisti stessi sembrano dargli peso?
Problemi di scrittura e di direzione – lo stuntman e attore J. J. Perry è al suo debutto alla regia: si vede e si sente – rendono Day Shift solo un altro film vuoto, pigro e svogliato, in cui non si riesce mai a trovare un equilibrio tra diversi registri e non ci si cura del fatto che si sta portando avanti una storia con passaggi logici mancanti, personaggi deficitari e una generale povertà espressiva e artistica.
Nel migliore dei casi, Day Shift è un film vecchio di 20 anni che viene parzialmente salvato da scene d’azione curate e d’impatto. Nel peggiore, è solo l’ennesimo Army of the Dead, Bright, Power Project (doppietta per Jamie Foxx), The Adam Project e tutti quegli altri “potrei ma non voglio” cui ci ha abituato il catalogo cinema di Netflix.
Foto: MovieStills
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