Loki a spasso nel tempo. La recensione dei primi episodi della seconda stagione con Tom Hiddleston
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Loki a spasso nel tempo. La recensione dei primi episodi della seconda stagione con Tom Hiddleston

Il primo episodio è disponibile su Disney+ e riprende le fila dallo scontro con Colui che Rimane, la variante di Kang il Conquistatore

Loki a spasso nel tempo. La recensione dei primi episodi della seconda stagione con Tom Hiddleston

Il primo episodio è disponibile su Disney+ e riprende le fila dallo scontro con Colui che Rimane, la variante di Kang il Conquistatore

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Nonostante siano passati quindici anni dall’inizio del Marvel Cinematic Universe, c’è ancora spazio per alcune prime volte: l’arrivo su Disney+ dei nuovi episodi di Loki rappresenta una novità per la casa delle Idee, che mai finora era andata oltre una prima stagione per una delle serie di questo “Mondo”. In futuro arriveranno sì nuovi prodotti come What if…? 2 e lo spin-off di Hawkeye, Echo, ma questa è la prima volta che la Marvel prosegue una serie dall’esatto punto in cui l’aveva lasciata.

Lo fa sfruttando uno dei tre grandi nomi che si sono prestati al passaggio sul piccolo schermo, Tom Hiddleston (gli altri sono Elizabeth Olsen per Wandavision e Jeremy Renner per la già citata serie su Occhio di Falco). L’attore britannico torna nei panni del Dio dell’Inganno, interpretato ormai da dodici anni, da quel primo Thor con protagonista Chris Hemsworth. L’arco narrativo del personaggio è particolarmente articolato: cattivo principale in The Avengers, è cresciuto fino a conquistare i ranghi di anti-eroe in Thor: Ragnarok, giusto prima della repentina morte all’inizio di Avengers: Infinity War.

Le infinite possibilità del Multiverso hanno però permesso di ripescare Loki, di prendere la versione del 2012 e aprire un altro ramo sulla linea temporale Marvel, che alla fine in un modo o nell’altro si riconnetterà a quello principale e che – notizia recente – farà incontrare ancora i due fratellastri asgardiani. Nella prima stagione di Loki, lo abbiamo visto alle prese con la TVA, l’autorità che controlla il corretto procedere della Sacra Linea Temporale. Un’entità burocratica fuori dallo spazio e dal tempo, governata da Colui che Rimane, una variante di Kang il Conquistatore il cui dominio impediva lo scoppio di un’altra guerra del Multiverso.

L’uccisione di Colui che Rimane da parte di Sylvie (variante di Loki interpretata da Sophia Di Martino) ha però spalancato le porte ad eventi che, sulla carta, troveranno il loro apice nel 2026 in Avengers: The Kang Dynasty. Nella seconda stagione, Loki non sta più cercando di distruggere la TVA, ma anzi di sfruttarla per riportare ordine nella Sacra Linea Temporale e impedire la tanto temuta guerra. Ad aiutarlo c’è di nuovo l’agente Mobius M. Mobius di Owen Wilson e nuove aggiunge come quella di Ke Huy Huan nei panni di Ouroboros (per gli amici O.B.), il solerte tecnico manutentore della TVA.

I primi episodi della serie sono in netta continuità con la prima stagione: lo sono nella sostanza, perché riprendono le fila del racconto proprio dal momento in cui Loki torna alla TVA sebbene in un momento del tempo diverso da quello che si aspettava, ma anche nella forma. A tratti ancora più complessa, la serie su Loki è un sci-fi che vive delle stranezze della sua ambientazione, che richiede un attenzione superiore alla norma per far comprendere ai fan tutti i meccanismi soprattutto burocratici che stanno alla base di questo mondo fuori dal mondo. Aspetti a volte buffi o assurdi, ma che rispecchiano lo stile dei fumetti Marvel che, ricordiamo, spesso hanno richiesto un grado di sospensione dell’incredulità notevole anche per gli assidui lettori.

Proprio come nella precedente stagione, anche questi nuovi episodi sono cuciti su misura per il suo personaggio e per i protagonisti: verbosi, ambigui e costantemente in bilico tra divertimento e un pizzico di noia dovuta ad un’eccessiva dilatazione dello sguardo complessivo. Resta però molto dinamica nei dettagli e piena di gloriosi propositi, esaltati dall’aggiunta di personaggi come quello del premio Oscar Ke Huy Huan, ormai un habitué del Multiverso dopo il recente Everything Everywhere all at Once.

Loki è un racconto che viaggia parallelo al Marvel Cinematic Universe (sia come storia sia come forma), ma che non mancherà di riallacciare i rapporti in un punto più avanti della Sacra Linea immaginata da Kevin Feige e soci. Per il momento Tom Hiddleston si limita ad andare a spasso nel tempo, gettando le basi per eventi che saranno fondamentali per il proseguo dell’MCU. Il tutto in attesa di capire cosa ne sarà di Jonathan Majors, la cui possibile sparizione sarebbe facilmente giustificabile con un cambio d’attore, un’alzata di spalle e l’ormai iconico assunto che «il Multiverso è un concetto di cui conosciamo spaventosamente poco».

Foto: Disney+

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