È ormai quasi decennale la collaborazione tra la casa di produzione fondata da Adam Sandler, la Happy Madison Production, e il colosso dello streaming Netflix. Il primo film nato dall’accordo è stato l’a dir poco bistrattato The Ridicolous 6, datato 2015, e da quel momento l’appuntamento per gli utenti della piattaforma e il celebre comico di Brooklyn si è rinnovato di anno in anno – come dimostra Murder Mystery 2.
Accanto a prove attoriali più significative (Diamanti Grezzi e Hustle tra le più recenti), si intervallano nell’ultima fase della carriera di Adam Sandler una sequela di commedie dall’altalenante riuscita, sempre prodotte con l’intenzione di divertire lo spettatore divertendo in primis sé stessi, lavorando quindi, spesso e volentieri, con gli amici e colleghi di sempre, come Kevin James e Chris Rock.
Il caso che ha ottenuto maggiore successo tra questi è stato, indubbiamente, Murder Mystery (2019), diventato il quinto film originale Netflix più visto di sempre. L’action comedy in salsa whodunit vede Sandler tornare a condividere la scena con Jennifer Aniston, già co-protagonista in Mia Moglie per Finta. Insieme danno vita alla coppia degli Spitz, sposi di lunga data, che si ritrovano invischiati in una serie di misteriosi omicidi.
Nella speranza di replicare il successo del primo film, è stato dato il via libera per Murder Mystery 2, presente sul catalogo Netflix a partire dal 31 marzo. Nick e Audrey Spitz, ora a capo di un’agenzia di investigazione privata sul lastrico, vengono invitati al lussuoso matrimonio del loro vecchio amico Maharajah (Adeel Akhtar) con la francese Claudette (Mélanie Laurent), durante il quale viene misteriosamente rapito, costringendo la coppia di improvvisati detective a volare fino a Parigi per trattare la sua libertà, con l’assistenza del soldato dei servizi segreti inglesi Conner Miller (Mark Strong).
Il ritorno di alcuni volti noti, come Dany Boon e John Kani, capaci di strappare qualche timida risata, si affianca alle già citate new entries, che non paiono sfruttate al pieno della loro potenzialità. Davanti a questo insieme di macchiette più o meno divertenti, a spiccare sono Adam Sandler e Jennifer Aniston, la cui alchimia ben consolidata permette di salvare uno script estremamente basilare, nella costruzione dell’intreccio del giallo quanto delle facili gag.
Il passaggio di testimone dietro la macchina da presa, da Kyle Newacheck a Jeremy Garelick, risulta inavvertito, senza alcun cambiamento nella messa in scena da rilevare. Pur seguendo la blasonata regola dei sequel “more of the same”, la difficoltà nel portare sullo schermo la chiarezza delle sequenze più concitate e dinamiche, tra inseguimenti e combattimenti di sorta, rimane lampante anche in Murder Mystery 2. Anche nella valorizzazione delle location al di fuori del suolo statunitense, il cinema hollywoodiano recente ha eseguito lavori ben più riusciti, vedasi John Wick 4, sempre con la capitale francese, qui ridotta a bidimensionale cartolina.
Murder Mystery 2 ricorda come operazione commerciale quella dell’europudding, la cooperazione di diverse nazioni europee in un prodotto culturale poco ispirato, al solo scopo di far risaltare le bellezze dei propri territori. Anche se gli addendi cambiano parzialmente (la produzione rimane prettamente statunitense), il film finito risulta più come l’applicazione di un algoritmo (ormai da rivalutare) piuttosto che un effettivo lavoro compiuto da mestieranti, ma soprattutto persone, del mondo del cinema.
di Davide Colli
Foto: Netflix
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