Nimona, c'era una volta un mostro. La recensione del sorprendente film animato su Netflix
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Nimona, c’era una volta un mostro. La recensione del sorprendente film animato su Netflix

Sulla piattaforma è disponibile un film d'animazione che mescola fiaba e sci-fi, un monster movie perfetto nella sua semplicità

Nimona, c’era una volta un mostro. La recensione del sorprendente film animato su Netflix

Sulla piattaforma è disponibile un film d'animazione che mescola fiaba e sci-fi, un monster movie perfetto nella sua semplicità

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PANORAMICA
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Il sentiment popolare attorno a Netflix ormai da anni non è dei migliori: la piattaforma ha deluso troppe volte i fan per i suoi adattamenti, nella povertà della messa in scena o in scelte di casting che volevano puntare al progressismo ma si sono poi rivelate controverse e deleterie. Anche un orologio rotto però segna due volte l’ora esatta ogni giorno, si dice, e uno di questi fortunati casi è il nuovo film d’animazione arrivato da poco nel catalogo: Nimona.

Basato sulla graphic novel di ND Stevenson, ha avuto una lunga e travagliata storia produttiva che, ridotta all’osso, ha poi visto AnnaPurna Pictures e Netflix nei panni dei salvatori della patria e dell’intero progetto. L’ambientazione è stimolante: in un iper-tecnologico regno di stampo medievale, la difesa delle mura, e degli abitanti dal mostro che ha minacciato tutti secoli or sono, è affidata a nobili cavalieri discendenti dei primi radunati dall’eroina Gloreth oltre 1.000 anni prima. La tradizione è arrivata però ad una svolta: la regina sceglie infatti di nominare cavaliere Ballister Cuoreardito (Riz Ahmed), un cittadino comune.

Durante la cerimonia, l’arma che tiene in mano si attiva e uccide la regina, col risultato che per tutti i presenti il chiaro colpevole è proprio Ballister. Costretto alla fuga, si imbatte in Nimona (Chloë Grace Moretz), una creatura mutaforma che può prendere le sembianze di numerosi animali e lo ha raggiunto perché desiderosa di diventare la spalla di un vero villain. L’intenzione del cavaliere è però diversa, vuole scagionarsi e per farlo accetta l’aiuto dell’unica cosa che aveva giurato di combattere: un mostro.

Nella sua estrema semplicità, Nimona è una fiaba che si diverte a giocare con il genere e ribaltare alcuni assodati stereotipi e archetipi relativi ai personaggi. Come fatto da Shrek ai suoi tempi, il cuore della vicenda sta nella riabilitazione del diverso, di ciò che da sempre è considerato come l’altro, il cattivo o il mostruoso. In questo senso, il film diretto da Nick Bruno e Troy Quane è un perfetto monster movie, genere che fa del confronto tra uomo e creatura il principale caposaldo teorico e retorico.

Il “messaggio” di Nimona è chiarissimo: il regno è circondato da mura che nessuno ha mai valicato, tutte le paure nascono da antiche leggende e i fantomatici mostri che vivono al di fuori sono definiti una «minaccia al nostro stile di vita». All’interno del regno, è stata costruita un ideale civiltà perfetta, che tuttavia teme il confronto con l’alterità in maniera viscerale e bigotta. Proprio l’arrivo di Nimona e un finale particolarmente toccante ribalta questa prospettiva e permette al meccanismo di reciproco riconoscimento uomo-mostro  di agire sui legami empatici intrecciati coi personaggi, di parlare di razzismo, omofobia e altri aspetti cruciali della società di oggi in maniera naturale ed evitando stucchevoli retoriche.

Particolarmente significativi, in questo senso, sono i momenti in cui Ballister insiste per scoprire qualcosa di più sulla vera natura dell’essere che gli è piombato nella vita, ma di contro la creatura con le sembianze di un’adolescente si limita a rispondere: «Sono Nimona». L’identità personale prevale sull’etichetta, sui costrutti sociali che limitano la visione d’insieme e la libera espressione di ciascuno. Non un concetto rivoluzionario, ma uno essenziale e qui ribadito con molta grazia.

Ad impreziosire questa sorprendente perla animata ci sono poi altri aspetti: una sceneggiatura molto divertente che gioca bene con i poteri di Nimona, un mix tra la libertà magica del Genio di Aladdin e la fastidiosa esuberanza di Ciuchino; il risultato è una chimica esilarante tra i due personaggi, protagonisti di un buddy movie in un ambientazione cyber-medieval, per così dire.

L’altro elemento di pregio è l’animazione e la tecnica del cel-shading che non può che ricordare un altro piccolo capolavoro animato recente come Arcane (così come i più recenti giochi del franchise Zelda). Dinamica e particolarmente ispirata, porta avanti una storia fatta di umorismo, azione, un pizzico di thriller e una morale fiabesca molto efficace. Arrivato in sordina su Netflix, Nimona è un titolo che merita davvero interesse, una delle possibili sorprese di quest’annata in streaming.

Foto: Netflix 

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