The Marvels: non si giudica un pesce da come salva l'universo. La recensione del nuovo film MCU
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The Marvels: non si giudica un pesce da come salva l’universo. La recensione del nuovo film MCU

È arrivata nelle sale la nuova avventura di Brie Larson nei panni di Carol Danvers, questa volta accompagnata da Teyonah Parris e Iman Vellani

The Marvels: non si giudica un pesce da come salva l’universo. La recensione del nuovo film MCU

È arrivata nelle sale la nuova avventura di Brie Larson nei panni di Carol Danvers, questa volta accompagnata da Teyonah Parris e Iman Vellani

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Secondo un celebre adagio erroneamente attribuito al premio Nobel per la fisica Albert Einstein, «Ogni persona è un genio. Ma, se giudichi un pesce dalla sua capacità di scalare un albero, passerà tutta la sua vita pensando di essere stupido». Una massima che torna utile per parlare di The Marvels, il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe arrivato nelle sale l’8 novembre 2023.

La sua uscita, per usare un eufemismo, non è stata particolarmente attesa: secondo una parte del sentiment popolare e social, avrebbe rappresentato un nuovo prodotto sotto il livello minimo della casa delle Idee, certificando ancora di più una crisi che da qualche anno a questa parte sembra interessare tutto il mondo dei cinecomic, per tre lustri campione assoluto di incassi al botteghino e ora faticosamente in cerca di un nuovo equilibrio. The Marvels però è ben lontano dall’etichetta di “disastro annunciato” che gli è stata preventivamente appicciata addosso.

La nuova avventura ha per protagonista Brie Larson nei panni di Carol Danvers, eroina dosata con il contagocce persino in Avengers: Endgame perché le sue caratteristiche sono quelle di un personaggio over-powered, in grado di risolvere le situazioni più spinose grazie ad abilità pressoché divine. Per bilanciare le cose, qui la ritroviamo alle prese con un entanglement quantistico che intreccia i suoi poteri con quelli della nipote acquisita Monica Rambeau (Teyonah Parris, da WandaVision) e con la giovane Kamala Khan aka Ms. Marvel (Iman Vellani). 

Tutto è dovuto ad una serie di problemi nel tessuto stesso dello spazio-tempo e alle azioni di Dar-Benn (Zawe Ashton), nuova imperatrice dei Kree alla ricerca del potere dei Bracciali Quantici, necessari per ridare lustro e splendore al proprio pianeta natale, Hala. Per portare avanti i suoi piani, prende di mira pianeti e popoli cari a Carol Danvers, per vendicarsi della Devastatrice dell’Impero Kree. La stessa, deve quindi imparare a fare finalmente squadra per salvare l’universo.

Non c’è nulla in The Marvels che lo renda così particolarmente criticabile, se non il contesto produttivo nel quale è andato ad inserirsi il film diretto da Nia DaCosta, il più breve di tutta la storia dell’MCU con i suoi apprezzabilissimi 105 minuti di durata. Tralasciando critiche di stampo incel che considerano un film con protagoniste tre eroine un affronto personale figlio del fantasmatico “politicamente corretto”, i problemi principali dietro alla sua scarsa ricezione sono due: la superhero fatigue e  il già citato Avengers: Endgame.

La prima è un dato di fatto certificato non solo dal buzz social, ma anche dai recenti risultati al botteghino e soprattutto dalla strategia degli Studios relativa all’espansione del suo universo. I cinecomic Marvel, fino al 2021 considerati come un vero e proprio evento cinematografico, sono entrati nelle case grazie al proliferarsi di tante serie tv che, come è naturale che sia, hanno potuto contare su un budget e mezzi inferiori. I vari WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Hawkeye, la stessa Ms. Marvel, She-Hulk e via dicendo hanno costituito sì un buon viatico durante il periodo della pandemia, ma allo stesso tempo hanno “normalizzato” la fruizione di prodotti legati a questo immaginario, dando anche la sensazione di un impoverimento generale delle storie e degli effetti speciali. Le serie tv sono diventate essenziali ai fini del quadro completo, ma si è persa l’esperienza complessiva di sala.

La seconda possibile spiegazione dietro alle premature critiche contro il film di Brie Larson, si ricollega invece ad Avengers: Endgame. Ancora lui, sempre lui. L’ultimo grande titolo corale dell’MCU ha alzato a dismisura il livello e l’aspettativa legata al mondo dei cinecomic: per gestione della messa in scena e dei personaggi, grado di epicità e soprattutto per risultati (quasi 3 miliardi al botteghino, difficilmente replicabili in futuro), ha creato un termine di paragone impossibile con cui avere a che fare. Ogni altro film viene quindi giudicato alla luce dell’apice della Fase 3, rendendo la vita difficile a qualsiasi altro prodotto uscito da quel momento in poi – fatta forse eccezione per Spider-Man: No Way Home uscito nel 2021, ultimo grande botto al box office dei Marvel Studios.

L’iper-produttività e un paragone scomodo stanno costando quindi non solo a The Marvels, ma in generale all’intero Marvel Cinematic Universe un periodo di stanca dal quale sembra difficile riprendersi – con le speranze tutte riposte non solo nel nuovo dittico degli Avengers, ma anche nel debutto degli X-Men (e il film di Nia DaCosta su questo fronte alza piacevolmente l’hype). Preso singolarmente, però, The Marvels è come i cinecomic “di una volta”: spigliato, divertente, il giusto mix di umorismo e azione, con un paio di sequenze che non si prendono sul serio e rendono palese come l’obiettivo sia divertire a cuor leggero. Proprio come erano i film Marvel delle prime fasi.

La nuova avventura con Brie Larson non ha nulla da invidiare ad un Iron Man 2, al primo Captain America o a tanti altri titoli di questo vasto, vasto universo. E questo è un giudizio che vale non solo per i pregi, ma anche per i difetti, ovvero una fotografia patinata, un montaggio non eccelso tamponato però dalla breve durata e il classico (classicissimo!) villain dimenticabile che abbiamo visto tante volte.

The Marvels è quindi il famigerato pesce che non deve essere non va giudicato per come scala un albero o salva l’universo: è un ritorno alle origini che andrebbe valutato e soprattutto goduto con lo stesso spirito pre-Endgame. Se approcciato in questo modo, il suo umorismo e soprattutto la rinfrescante aggiunta di Iman Vellani e della sua Kamala Khan sapranno dare ciò che gli Studios hanno sempre voluto: divertimento senza pretese. 

Foto: Marvel Studios

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