Ormai di ogni fil di successo si pretende di realizzare l’eventuale sequel, specialmente per i così detti Blockbuster e per i film d’azione, basti pensare a Fast & Furious, Die Hard, I mercenari, Mission Impossible …, film piatti di bassa qualità. Non sembrava la stessa cosa per la saga di Red, dove c’è già in cantiere un terzo probabile capitolo, dove le star d’azione sono vecchie glorie dei film degli anni ’90 e ’80, John Malkovich, Anthony Hopkins, Helen Mirren, Morgan Freeman (quest’ultimo è presente solo nel precedente capitolo) e per protagonista la star per eccellenza dei film d’azione: Bruce Willis. Il film si spacciava per una rilettura del genere action, ma se già il primo capitolo non ripagò le aspettative, il secondo si è rivelato un film del tutto mediocre.
La storia incomincia quando troviamo Frank Moses (Bruce Willis) che con la sua compagna Sarah (Mary-Louise Parker) tenta di vivere una vita lontana e priva di pericoli, ma i guai sono in agguato e il suo violento passato tornerà a fargli visita perché il governo americano, russo e l’MI6 si rivelano fortemente interessati a possedere un’arma di distruzione di massa potentissima, progettata da un intelligente scienziato (Anthony Hopkins) nel 1979 in piena Guerra Fredda, quest’ultimo è ora detenuto in un manicomio criminale e allora Frank riunisce la squadra di sempre: l’amico del cuore Marvin (John Malkovich) e Victoria (Helen Mirren), coinvolgendo purtroppo anche Sarah per distruggere quest’arma ma sulla loro strada imprevisti e avversari non mancheranno tra cui una sexy spia russa doppiogiochista (Catherine Zeta-Jones) e uno spietato mercenario giapponese (Lee Byung-hun) entrambe vecchie conoscenze di Frank.
La trama sembrava accattivante e interessante come il precedente, ma al contrario si rivela una grandissima delusione, un mix mal riuscito di humor banale e action, che depistano l’attenzione dello spettatore dalla trama del film, che è mal scritta, appena accennata, piena zeppa di stereotipi e con richiami al capitolo precedente. Neanche il cast funziona: Bruce Willis e Mary Louise-Parker non formano alcuna alchimia e ci regalano come da copione pessime performance, John Malkovich e Helen Mirren sono bravi, ma poco sfruttati, una soddisfacente new-entry è quella del coreano Lee Byung-hun, a differenza di quelle di Anthony Hopkins che si limita a fare lo stupido e di Catherine Zeta-Jones, attrice non nuova a film malriusciti, che neanche il suo sex appeal riescono a salvare questo film che si conclude frettolosamente e banalmente. Tutto già visto, da dimenticare subito. Voto finale: 5.5 .
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