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RED: la recensione di Eddie Morra

RED: la recensione di Eddie Morra

Reduci estremamente pericolosi…
Agenti della CIA già “pensionati”, in disarmo forse, ma armati sino ai denti, una banda di gaglioffi verso i quali tiferemo, capeggiati da Frank Moses/Willis, l’imperscrutabile vi(t)a “impervia” di un uomo dalla scorza di metallo e dagli occhi gelidi, la cui talentuosa durezza è intaccata dal suo stesso Cuore “smielato”, naufrago che spasima per l’autrice svanita ma dolcissima di romanzetti harmonyosi dalle storie “selvagge” di amori nel vento.
Willis, un tedesco come il regista di questo “Red”, ibrido la cui adrenalina scattante è interrotta da ammiccamenti goliardici, da pacche sulle spalle, da calde effusioni di due anime innamorate che, quasi timidamente, si lambiscono in mezzo alle botte, agli spari e al fracasso.
Vita di un reduce quella di Frank, la cui casa vien subito trivellata di colpi dai sicari di un’agenzia spionistica. E la neve delle sue “virtù” arrugginite si squaglierà per un’ultima, “ombrosa” ma ribalda missione. Rifonda il vecchio gruppo di “amichetti” e tenta di sventare un complotto. E’ la nervica, ironica baldanza di Willis a reggere il film, appena scompare dalla scena qualcosa “traballa”, o forse è un altro simpatico siparietto action di gustoso giuoco fra magnifici attori in gran spolvero nel loro affiatarsi in souplesse. Malkovich, “matto” come sempre, ha quasi la levigatezza di un eremita “spa(u)rito”, Freeman la vivacità senile di chi ancora sbava per un culo, e la “regina” Helen Mirren è il fiore all’occhiello della spietata killer “in gonnella”.

Film cartoonish, dalle aeree acrobazie della macchina da presa, poggiato agli “occhiolini” verso la platea giovanile che saprà, di certo, amare quest’operazione a metà strada fra il fumetto e il guascone divertissement. Così com’inizia, fra cartoline che s’animano e qualche volontario “sbadiglio” narrativo, il film finisce, in punta di piedi, mentre la nostra bellissima donna “tatuata” di crogiolato tamarrismo ha appena annuito alla nostra cavalleresca cortesia che ne ha ingentilito il sorriso in un “Sì, t’accompagno a casa”.
Come Willis e la romantica, “friabilissima” ma sexy Mary-Louise Parker. Perché ci sarà sempre un Marvin a scrutarmi allibito, dopo il gran casino.
Spumeggiante pellicola nel suo d’antan fra coraggiosi D’artagnan della recitazione, con toni di commedia per un pomeriggio che “imbrunirà” nella solite acchetate nostalgie del nostro Mondo folle.
C’è garbato, lo è tale.

(Stefano Falotico)

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