Red Sparrow
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Red Sparrow

Red Sparrow

Dopo Atomica bionda ecco sbarcare sullo schermo una nuova sexy spia dalla testa color platino e implicata nelle tensioni tra Russia e America, ma la musica è cambiata completamente. Soprattutto nel ritmo, che non è quello dell’action frenetico e sincopato messo in scena da una Charlize Theron trasformatasi in una macchina da guerra, ma è quello dilatato (anche un po’ troppo) di uno spy movie più sofisticato, psicologico e quasi erotico, con al centro una vedova nera.

Tratto dal romanzo Nome in codice: Diva scritto da un ex agente della CIA, il film è ambientato in epoca post-Guerra fredda e racconta le tante vite di Dominika Erogova (Jennifer Lawrence), figlia devota e prima ballerina del Bolshoi, che a seguito di un terribile incidente è costretta ad abbandonare il sogno di una vita, per poter provvedere a se stessa e alla madre malata. Lo zio (Matthias Schoenaerts), infatti, la spinge a entrare nel programma governativo Sparrow, una scuola di addestramento per agenti segreti che grazie alla seduzione e all’inganno irretiscono vittime pronte a fornire segreti o informazioni. Dominika diventa facilmente la più letale degli sparrow e sarà incaricata di avvicinare un agente della CIA (Joel Edgerton), per scoprire chi è la talpa che tradisce il governo russo.

Col suo metro e 75 di altezza, ulteriormente reso statuario dall’allenamento effettuato per rappresentare credibilmente una prima ballerina nella lunga sequenza iniziale, la Lawrence riempie lo schermo, quasi lo sovrasta (aiutata abilmente dalla regia di Francis Lawrence), così come la sua Dominika fa con i comprimari di scena, di cui coglie immediatamente il punto debole. Una performance lontana da qualsiasi forma di imbarazzo (con tanto di nudo integrale), in cui a dominare la scena sono il suo corpo e il suo sguardo di ghiaccio.

La scelta della protagonista non poteva cadere su attrice migliore della giovane Premio Oscar, che incarna – è proprio il caso di dirlo – il vero tema del film. Se infatti Red Sparrow nella galassia delle spy story non offre particolari spunti di originalità– rimescolando 007 e Nikita, Guerra fredda old fashion e doppiogiochismi vari, e in più  -, trova invece il suo cardine nella raffigurazione del potere femminile, inteso come mix di seduzione e determinazione.

Se è vero che la formula spionistica non risulta innovativa, il regista smuove più volte le acque a colpi di violenza brutale, che non risparmia allo spettatore scene di torture, tra cui una particolarmente riuscita, vero picco emotivo del film. Stomaci deboli avvertiti. 

Mi piace: che sia una spy story che punta sul potere femminile, sulle doti di seduzione e strategia della donna.

Non mi piace: il giocarsi tutto sul carisma della protagonista depotenzia gli altri elementi in gioco.

Consigliato a chi: è convinto che la guerra fredda non sia ancora finita e ama Jennifer Lawrence. 

VOTO: 3/5

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