Revenant - Redivivo: la recensione di paulinho
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Revenant – Redivivo: la recensione di paulinho

Revenant – Redivivo: la recensione di paulinho

La prima scena di “Revenant – Redivivo” è il punto più alto di un’opera tanto bella dal punto visivo quanto povera nella sostanza. Iñárritu fa ampio uso dei piani sequenza per immergere a pieno lo spettatore nella violenza della battaglia tra i nativi e i membri di una spedizione in cerca di pelli e pellicce. La tecnica che aveva fatto la fortuna del regista messicano con “Birdman” unita alla fotografia meravigliosa di Lubezki promettevano il capolavoro.
Purtroppo il film cade proprio lì dove puntava il regista. La scelta dell’attore protagonista, la quasi assenza di dialoghi e i panorami mozzafiato di un’America ancora incontaminata promettevano un’introspezione profonda nel personaggio. L’autore fallisce proprio in questo tentativo, scrivendo un personaggio monocorde la cui unica motivazione ad andare avanti è la vendetta.
DiCaprio ha il merito di aver spinto il proprio corpo oltre ogni limite per questa interpretazione, ma a causa di un personaggio scritto con troppa superficialità la sua performance non trova alcun motivo di interesse se non nella curiosità di volerlo vedere mangiare un fegato di bisonte o dormire nella carcassa di un cavallo. Rattrista la sua (probabile) futura vittoria agli Oscar, un premio di consolazione per un attore che aveva già raggiunto la perfezione recitativa con “The Wolf of Wall Street”. Il film recupera punti col personaggio interpretato da Tom Hardy, l’unico a possedere delle sfumature morali e psicologiche che lo rendano un minimo interessante.
Per il resto, il film alterna lunghi silenzi, interrotti dai lamenti di un DiCaprio sotto le aspettative e valorizzati da una fotografia eccezionale, a scene in cui l’esplicita violenza si fa portatrice di un messaggio ormai diventato banale: la lotta tra uomo e natura. Inoltre, seppur marginalmente, è palese comunque quanto il regista tenga ad evidenziare l’ingiustizia fatta ai nativi americani nel XIX secolo. La più grande macchia, assieme alla schiavitù, di un paese che vorrebbe essere portatore di valori come la libertà.
“Revenant – Redivivo” è uno spettacolo per gli occhi che non regge la sua durata. Racconta una storia banale e prevedibile con personaggi banali e prevedibili. Va riconosciuto il merito tecnico e anche quello morale, seppure i temi forti proposti siano già stati affrontati in passato con una cura e attenzione maggiori.

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