«Le persone dicono che nulla è impossibile, ma io faccio nulla tutto il giorno» dice Winnie the Pooh nel nuovo live action Disney. Una frase che condensa abilmente la tematica a cui il fim ruota attorno.
La trama segue infatti le avventure di un ormai cresciuto Christopher Robin che, di ritorno dalla guerra, ha trovato lavoro presso un’azienda che fabbrica valigie di lusso che però ora attraversa un periodo di crisi. Spetta a lui riuscire a tagliare le spese a sufficienza per evitare che vengano ridotti i posti di lavoro. Per questo è costretto a lavorare anche nel weekend, pur avendo promesso a moglie e figlia di trascorrere con loro uno spensierato fine settimana in campagna. Sarà Winnie the Pooh ad aiutare il suo vecchio amico Christopher Robin, che da tempo ha dimenticato la spensieratezza di quando era bambino per assumere la serietà di chi si sente schiacciato dalle responsabilità, a ritrovare la serenità e a comprendere cosa conta davvero nella vita.
Diretto da Marc Forster, che nel 2004 aveva già portato in vita la favola vera di Peter Pan con Neverland – Un sogno per la vita, il film forza un po’ su alcuni snodi narrativi per evidenziare temi particolarmente cari ai film per le famiglie di oggi come il citatissimo “tempo di qualità”. Peccato però che in un periodo di scarsità del lavoro sembra molto anacronistico chiedere ai genitori di rifiutarsi di restare in ufficio sabato e domenica per inseguire il piacere di un weekend in famiglia.
Quella che appare come una forzatura viene però presto dimenticata di fronte all‘effetto nostalgia che emerge dalle scene in cui Christopher Robin torna al Bosco dei 100 acri e ritrova i suoi vecchi amici. Insieme a lui anche gli spettatori riscoprono i personaggi che avevano amato da piccoli attraverso i tanti film Disney dedicati al mondo inventato da Milne.
La dolce malinconia di Winnie the Pooh e dei suoi amici si sposa perfettamente con la magia Disney per ricreare una storia perfetta per tutta la famiglia. Un po’ come una tazza di té forte addolcito con il miele in una grigia giornata di nebbia inglese.
Se pare un po’ bizzarro ritrovare i personaggi interagire non solo con Christopher Robin ma anche con tutte le persone del mondo reale (azzerando la concezione che ad animare i pupazzi sia la fantasia infantile), la comicità scaturita da queste scene e la bellezza della CG fotorealistica, particolarmente tattile e “peluchosa”, rendono l’effetto più piacevole che straniante.
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