Romanzo di una strage: la recensione di Nerofrank
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Romanzo di una strage: la recensione di Nerofrank

Romanzo di una strage: la recensione di Nerofrank

Quando si guarda questo genere di film la prima impressione che si ha (o almeno, che io ho) è quella di tristezza. Dovuta al fatto che in questo paese per conoscere come sono andati certi accadimenti, bisogna andare al cinema. Questo film lascia l’amaro in bocca perchè, alla fine, non si scopre niente. Si rimane delusi e, diciamo, annoiati. La lentezza, in alcune parti, della narrazione a parer mio però non è un difetto. Ci fa solo vedere come funzionano le cose da noi, in Italia: in modo confuso,caotico a volte, lento e purtroppo senza giungere a niente. Come in questo caso appunto. Dopo quasi quarantatre anni non è successo niente. Nessun colpevole e tutti assolti da ogni accusa. Coloro che hanno provato a cercare di far luce, di dare delle risposte, sono morti. Coloro, come l’anarchico Pinelli, accusati senza prove di atti di terrorismo, sono morti (e in maniera non chiara per giunta). Coloro che vivevano la loro vita, da cittadini di questo paese, senza dar noia a nessuno vittime però di un sistema che funziona come il cane che si morde la coda, sono morti. Chi doveva difenderli, chi amministrava il potere, chi si confessava raccontando le sue paure (in maniera lenta e pesante direi ma il personaggio storico di Aldo Moro era così) sono morti oppure anche loro sono stati uccisi. Questa è l’Italia. Evviva l’Italia, tutta intera.

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